Spazio satira
L'analisi
29.01.2024 - 18:00
Un'immagine della riunione di novembre degli Stati Generali sull'economia
«Secondo le ultime stime, nel 2022 la provincia di Frosinone ha superato il gap con il 2019 in termini di valore aggiunto, grazie alla forte espansione del settore dei servizi e delle costruzioni». È quanto si legge nella relazione del Centro Studi di Unindustria. Si rileva ancora: «La provincia si distingue per il contributo al valore aggiunto proveniente dall'industria in senso stretto, più elevato sia rispetto alla media nazionale che a quella regionale. I settori più rilevanti in termini di addetti sono quelli della produzione di autoveicoli (5.280), della metallurgia (3.360), della farmaceutica (2.660), dell'alimentare (1.980), della carta (1.390) e della gomma e plastica (1.340)».
Un'analisi completa, nella quale viene sottolineato: «Il territorio dimostra inoltre una notevole integrazione nei mercati internazionali: la provincia è infatti nona in Italia per capacità di esportare in settori a domanda mondiale dinamica (83% dell'export provinciale). In particolare, è specializzata nella produzione di medicinali e preparati farmaceutici, con un contributo all'export nazionale di settore pari al 9% (oltre 4 miliardi di euro). Infine, anche nel 2023 continuano le difficoltà per le imprese nel reperire i profili desiderati, che interessano il 45% delle entrate programmate, in particolare quelle riguardanti i profili tecnici e gli operai specializzati».
Le elaborazioni del Centro Studi di Unindustria sono state fatte sui dati Istat. Dai quali emerge che gli abitanti della provincia di Frosinone sono 468.000, l'8,2% del totale del Lazio. Mentre le cosiddette "unità locali" arrivano a quota 35.328 (il 7,2% del Lazio). In totale gli addetti sono 116.437 (6,9% del Lazio). Con un valore aggiunto pari a 10 miliardi di euro. Va tenuto presente che il 12,1% del valore aggiunto regionale viene prodotto dall'industria.
Secondo i dati riferiti al 2022 la provincia di Frosinone è quarta in Italia per export di prodotti farmaceutici (il 9% del totale in Italia). E la prima per illuminazione pubblica sostenibile, anche se bisogna specificare che i valori dell'Istat sono del 2021.
C'è quindi il capitolo dell'interscambio commerciale. Ecco i primi cinque settori in termini di valori assoluti: farmaceutica (4.433 milioni di euro), mezzi di trasporto (986 milioni di euro), apparecchi elettrici (380 milioni), prodotti tessili e abbigliamento (334 milioni), legno e carta (244 milioni). I dati riguardanti invece il tema della domanda di lavoro sono del 2023. Per il 95% si richiedono specialisti di reti e di database, per l'84% specialisti del tessile e dell'abbigliamento, per l'83% specialisti delle lavorazioni alimentari, per l'83% operai di catene di montaggio automatizzate. Però c'è una percentuale non indifferente, il 45%, di difficile reperimento.
Numeri e percentuali confermano l'analisi effettuata nei giorni scorsi da Miriam Diurni, presidente di Unindustria Frosinone. Secondo la quale «il paradosso è che con questa assoluta mancanza di risposte stiamo allontanando imprese che non sono in crisi». Argomentando: «Come peraltro dimostrano i dati sul valore aggiunto che riguardano il sistema delle aziende di questo territorio. Un sistema sano, che sinceramente non è da inclusione nella Zes. Il problema è che non si cresce per i motivi che abbiamo detto prima. Non sappiamo più come ripeterlo: il tema delle autorizzazioni ambientali è imprescindibile».
E alla domanda "ma ci sono richieste di imprese che vorrebbero investire in provincia di Frosinone?", Miriam Diurni ha risposto: «Sì. In tanti sono pronti ad investire, specialmente nel chimico-farmaceutico, un settore di vera eccellenza. Così come vanno tenute in considerazione le nuove tecnologie, le biotecnologie. Anche l'automotive è in evoluzione. E dobbiamo stare al passo con gli investimenti per le tecnologie del settore energetico. Dovremo essere capaci di andare incontro alle nuove inclinazioni dei giovani. È chiaro che la mancanza di occupazione favorisce il fatto che tanti giovani vanno via».
Non c'è modo di eludere il problema: la Stazione Tav, la bonifica della Valle del Sacco, la riperimetrazione del Sin e il tema dei tempi di risposta alle richieste delle autorizzazioni sono le priorità di questa provincia. Nella quale c'è comunque un sistema industriale sano e reattivo.
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