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La battaglia

Verità per Mimmo D'Innocenzo. Oggi udienza dal gup

La famiglia del giovane non si arrende e chiede il processo Il trentaduenne morì nel carcere di Cassino in circostanze misteriose

Verità per Mimmo D'Innocenzo. Oggi udienza dal gup

Diversi i sit-in per chiedere il processo per Mimmo D'Innocenzo

L'ultimo sit-in per chiedere giustizia per Mimmo D'Innocenzo era stato realizzo a novembre scorso, a pochi giorni dall'udienza che alla fine dello stesso mese avrebbe decretato l'apertura o meno del processo dopo l'opposizione all'archiviazione. Poi un rinvio. Fino a oggi. Tutto pronto questa mattina nel palazzo di giustizia di piazza Labriola.
La famiglia del giovane romano morto in circostanze misteriose nel carcere di Cassino chiede ancora e sempre che venga fatta giustizia attraverso un processo «che sia in grado di stabilire cosa sia accaduto al trentaduenne».

Ecco perché, dopo il sit-in di novembre fuori dal ministero di Grazia e Giustizia, la richiesta di aprire il dibattimento continua a non perdere mai vigore. La famiglia di Mimmo torna ancora una volta a chiedere che sia aperto un processo su quanto accaduto il 27 aprile del 2017 nel carcere di via Sferracavalli. Un malore, si è detto, poi l'improvviso decesso del giovane. Sul braccio un foro di siringa. Ma i familiari non hanno mai creduto all'ipotesi di una possibile overdose: impossibile per un giovane che non faceva affatto uso di eroina.

La difesa della famiglia, rappresentata dall'avvocato Vitelli, è riuscita a scoprire attraverso indagini difensive l'esistenza di un testimone che avrebbe riferito di un'iniezione la sera precedente al malore. Forse calmanti. Esisterebbe la testimonianza di un agente che riferisce di aver accompagnato il ragazzo in infermeria per un malore. Ma né medico né infermiera ricordano nulla. E il registro degli ingressi non esiste più. Come pure la gola profonda che raccontò come era andata. Inizia la battaglia da parte della famiglia. Mamma Alessandra, insieme al fratello di Mimmo - Giordano - e alla delegazione da Roma hanno raggiunto più volte piazza Labriola per chiedere un processo in grado di fare giustizia: a oltre sei anni dalla morte del giovane ancora si è in attesa. Oggi l'udienza davanti al gup.

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