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L'inchiesta

Quadro rubato, indagato Vittorio Sgarbi. Lui smentisce e attacca

Secondo “Il Fatto Quotidiano” il sindaco si sarebbe impossessato di un prezioso quadro di Rutilio Manetti. Il sottosegretario: «Non commesso alcun furto né ricevuto avvisi». E parla di «ennesima diffamazione»

vittorio sgarbi massimo sera

Il sottosegretario alla cultura e sindaco di Arpino Vittorio Sgarbi con accanto il suo vice Massimo Sera

«Non ho ricevuto nessun avviso d'indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso. E per un reato compiuto undici anni fa in circostanze non chiarite dagli inquirenti di allora». Sgarbi è Sgarbi. Perciò combatte con il coltello tra i denti anche quando la sua poltrona di sottosegretario alla cultura vacilla sotto i colpi di un'inchiesta giudiziaria che lo vedrebbe indagato per furto di beni culturali. Accuse rigettate dal sindaco di Arpino che si difende e contrattacca: «Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l'unico reato di cui ci sia evidenza». E parla di «ennesima diffamazione». Ce l'ha con "Il Fatto Quotidiano" che ha tirato fuori la vicenda di cui si è occupata domenica scorsa anche la trasmissione della Rai "Report".

Secondo quanto riportato dal quotidiano diretto da Marco Travaglio, ci sarebbe un fascicolo a carico di Sgarbi con una prima ipotesi di reato sul caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti, rubato dal Castello di Buriasco nel 2013 e riapparso nel 2021 a Lucca in una proprietà della famiglia Sgarbi. L'indagine sarebbe stata avviata dalla Procura di Imperia come derivazione di un'altra inchiesta per esportazione illecita di opere d'arte e trasmessa poi alla Procura di Macerata per competenza territoriale (Sgarbi è domiciliato a San Severino Marche, dov'è stato anche sindaco).

«Da quello che si legge - ha dichiarato ieri Sgarbi in un comunicato all'agenzia Ansa - l'opera è stata malamente tagliata. E quella in mio possesso è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme. Qualunque valutazione va fatta sull'opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato. Né credo sia un reato fare eseguire la fotografia di un'opera di cui tutti gli esperti hanno visto l'originale esposto a Lucca».

«Dalla procura della Repubblica di Macerata non è arrivata alcuna comunicazione di ipotesi di reato, né al sottosegretario Vittorio Sgarbi e tantomeno al sottoscritto - ha confermato sempre ieri all'Ansa l'avvocato Giampaolo Cicconi che assiste Sgarbi in altri procedimenti giudiziari - Quello che sappiamo è quanto letto sulla stampa e già questo è singolare»; sottolinea l'avvocato Cicconi che adombra la «violazione del segreto istruttorio.

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