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La ricostruzione

Omicidio Giovanni Fidaleo: inchiesta chiusa. Ora il processo

Quattro i capi di imputazione contestati a Giuseppe Molinaro. Oltre all'accusa di aver ucciso il direttore dell'albergo Nuova Suio anche quella di stalking

Omicidio Giovanni Fidaleo: inchiesta chiusa. Ora il processo

Giuseppe Molinaro

Indagini chiuse per l'inchiesta aperta sull'omicidio di Giovanni Fidaleo, il sessantaseienne di San Giorgio a Liri, ucciso il 7 marzo scorso all'interno dell'albergo Nuova Suio da Giuseppe Molinaro - appuntato dei carabinieri attualmente recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere - con quattro colpi della sua pistola di ordinanza. Il militare, che per molti anni ha prestato servizio alla stazione dei carabinieri di Castelforte, secondo il sostituto procuratore del tribunale di Cassino, Chiara D'Orefice, deve rispondere dei reati di omicidio di Giovanni Fidaleo, di tentato omicidio della trentenne Miriam Mignano, guardia giurata di Castelforte ferita gravemente nonché di stalking nei confronti di quest'ultima, alla quale portò via il telefono. E quindi tra i capi di accusa figura anche quella di furto.

Una vicenda passionale che portò il militare, che era stato trasferito alla stazione dell'Arma di Carinola, ad uccidere Giovanni Fidaleo considerato dall'omicida suo rivale in amore. Infatti l'appuntato aveva avuto una relazione sentimentale con Miriam Mignano, poi interrotta, e la frequentazione con Giovanni Fidaleo, direttore dell'Hotel Nuova Suio, ha scatenato in lui una reazione conclusasi con l'esplosione di sette colpi di pistola, uno dei quali non andato a segno (Miriam fu colpita da due proiettili che non si rivelarono letali, grazie alle cure dei sanitari del Policlinico Gemelli). Il militare, originario di Teano, ora, attraverso l'avvocato Paolo Di Napoli, può chiedere di essere sentito o presentare delle memorie. Ed è probabile che si vada verso la richiesta del rito abbreviato o verso la richiesta di una perizia psichiatrica.

A tal proposito la difesa ha già chiesto una consulenza di parte, affidata al dottor Luca Bartoli, che ha incontrato più volte in carcere l'autore dell'omicidio. Una consulenza che potrebbe rivelarsi utile in vista del processo, anche se sarà il magistrato cassinate a disporre una perizia tecnica, nel caso la difesa dovesse puntare sull'infermità mentale.

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