Cerca

Automotive

Pressing per rilanciare Cassino. Diventerà l'hub del lusso ma per ora resta in agonia

Soffrono gli operai dello stabilimento e dell'indotto. Uliano: serve un investimento ulteriore». Incalza anche la Fiom: il 2024 sarà terribile. La Uilm spera in una risalita

Pressing per rilanciare Cassino. Diventerà l'hub del lusso ma per ora resta in agonia

L'interno del plant cassinate

Nel mondo dell'automotive "firmato" Stellantis, il plant cassinate indossa la maglia nera. I volumi non decollano nonostante annunci e buone intenzioni che, al momento, non lastricano il futuro di speranza.
Ancora un calo nella produzione: nel 2023 sono uscite dai cancelli 48.800 unità (-11,3%). È lo stabilimento con la flessione più importante rispetto al 2022 nell'universo automobilistico italiano.

E le previsioni per il 2024 sono pessime: un altro anno buio, lo definiscono di "transizione" perché sarà caratterizzato solo dal lancio della versione elettrica del Grecale. E da stipendi ancora bassi per gli operai. Non si ha notizia, infatti, di ulteriori modelli e le nuove Alfa inizieranno la fase di decollo nel 2025 e poi nel 2026.
Ecco perché il pressing sulla multinazionale riguarda soprattutto il sito laziale, così come ha ribadito il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano in un video intervento a margine della presentazione del report a Torino sui risultati degli stabilimenti italiani. «Siamo lontani dai livelli del 2019 ma per raggiungere l'obiettivo a livello governativo manca un terzo dei volumi». Certo, le altre fabbriche stanno contribuendo in maniera significativa ma «mancano all'appello gli stabilimenti di Cassino e di Mirafiori».

Il focus è tutto sullo stabilimento sorto negli anni Settanta in territorio pedemontano: «Per noi è importante che, oltre alle produzioni di Giulia e Stelvio, sviluppate sulla nuova piattaforma Large a partire del 2025, oltre al Grecale elettrico, vengano affiancati altri modelli». Per il sindacato serve «un investimento ulteriore per far riprede i volumi e raggiungere quelle 150.000 vetture che si facevo fino a qualche tempo fa nello stabilimento di Cassino».

Lo stesso che dovrebbe rappresentare un fiore all'occhiello dell'intero gruppo automobilistico a livello mondiale, accreditandosi come l'hub del lusso. Modelli premium che, al pari del Grecale, dovranno viaggiare lungo tutto il pianeta e sfidare qualsiasi mercato. Ma per ora, restano le intenzioni. O meglio, le lunghe attese. I lavori all'interno per trasformare interamente lo stabilimento continuano a passo spedito ma senza nuove assegnazione sia la fabbrica che il suo indotto rischiano un'altra devastante apnea.

Dalla Uilm
Anche il segretario provinciale Uilm, Gennaro D'Avino incalza: «Abbiamo due modelli che camminano mentre il Grecale non è ancora partito con la versione elettrica. Probabilmente una risalita ci sarà ma avremo un 2024 ancora difficile, almeno fino all'estate con circa 175 vetture al giorno basandoci sul turno unico.
Aspettiamo l'incontro al Mimit con la multinazionale, il ministro e i sindacati per capire se ci saranno ulteriori modelli Large. Il problema rimane l'indotto: oggi solo Tiberina è la punta di diamante dove si è lavorato tanto per creare il percorso che ha portato agli investimenti. E non ci fermeremo».

Dalla Fiom
«Tutto quello che sta accadendo - spiega invece Donato Gatti, segretario Frosinone-Latina Fiom Cgil - è il frutto di piani industriali sbagliati: con Marchionne si parlava addirittura di 400.000 vetture a marchio Alfa. Ora vediamo Stellantis dove ci porterà perché il piano industriale vero lo dobbiamo ancora capire. Vediamo che cosa verrà messo in campo su Cassino perché non basterà certo la produzione del suv Maserati elettrico come delle due nuove Alfa a partire dal 2025. Bisogna allargare le produzione, per il prossimo anno sono previste solo 40.000 vetture dai piani che riusciamo a capire: il problema vero riguarderà l'indotto, già in alcune aziende stanno finendo gli ammortizzatori sociali e il 2024 sarà terribile».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione