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L'inchiesta

Asl, presunti falsi bilanci. Tra gli indagati Narciso Mostarda

Nel mirino della procura di Roma otto top manager della sanità. Tra questi c'è anche il frusinate, coinvolto per l'attività nell'azienda Roma 6

Asl, presunti falsi bilanci. Tra gli indagati Narciso Mostarda

Il manager della sanità Narciso Mostarda

L'uscita dal commissariamento della sanità del Lazio nel mirino della magistratura.
Ha fatto notizia il primo elenco di indagati nell'inchiesta della procura di Roma sui presunti falsi bilanci di alcune Asl per gli anni dal 2017 al 2020. Tra gli otto manager di altrettante aziende sanitarie romane e di Latina, sotto inchiesta c'è anche il dirigente di lungo corso nella sanità Narciso Mostarda, di Frosinone.
Quest'ultimo è indagato in qualità di manager dell'Asl Roma 6 relativamente ai bilanci 2017, 2018 e 2019. Nato sessantuno anni fa ad Anagni, laureato in medicina (con 110 e lode) con una specializzazione in neuropsichiatria infantile, ora, dopo aver lasciato l'Asl Roma 6, sta guidando l'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini.

In passato, Mostarda all'Asl di Frosinone è stato direttore del dipartimento di Salute mentale, direttore sanitario aziendale, direttore socio-sanitario, quindi il salto a Roma dove, dal 2016, da amministratore straordinario, si è distinto nell'operazione di risanamento dell'ospedale Israelitico di Roma e, come direttore generale della Asl Roma 6 (di cui è stato anche direttore sanitario e dal 2021 commissario straordinario), nel fronteggiare l'emergenza Covid.
Mostarda a Frosinone è noto anche per il suo impegno amministrativo da consigliere comunale e assessore alla Cultura durante la giunta Marini.

L'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e dal sostituto Carlo Villani va avanti da un anno e ha preso le mosse da una segnalazione della Corte dei conti che, a sua volta, sta compiendo accertamenti sui bilanci della sanità laziale in vista dell'uscita dal commissariamento, che c'è stato tra gli anni 2008-2020. Nel mirino, dalle prime indiscrezioni emerse, ci sarebbe la cancellazione dei debiti delle Asl attraverso una regolarizzazione contabile. Ammonterebbero a 900 milioni di euro i crediti sanitari sui quali mancherebbero i giustificativi. Gli indagati, dal canto loro, si dicono certi di aver rispettato le regole e di essersi attenuti alle linee guida della Regione in materia di bilanci.

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