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La decisione

Ricambi falsi per cellulari. Il processo a Frosinone

La Cassazione risolve il conflitto di competenza. La merce arrivava da Malta in una base operativa in Ciociaria

Ricambi falsi per cellulari. Il processo a Frosinone

Una triangolazione Malta-Frosinone-Lecco per vendere schermi, batterie, scocche e altri componenti per smartphone. Tutti - sostiene l'accusa - contraffatti. In cinque, due uomini e tre donne, due di Frosinone, uno di Alatri e gli altri delle province di Lecco e Massa-Carrara, erano in attesa di sapere dove affrontare il processo. È la Corte di Cassazione a stabilire che la competenza a decidere è quella del tribunale di Frosinone.

A settembre del 2020, il gup del tribunale di Busto Arsizio aveva rimesso gli atti a Frosinone. Il gup ciociaro, a sua volta, aveva respinto un'eccezione per dichiarare la competenza di Lecco e aveva mandato a processo gli imputati. Tuttavia, davanti al tribunale di Frosinone era stata sollevata una nuova istanza (per chiedere di spostare il processo a Lecco o a Como) da qui l'intervento della Cassazione per risolvere il conflitto. I giudici della Suprema corte hanno ribadito, però, la competenza del tribunale di Frosinone.

I giudici hanno evidenziato che il tribunale di Busto Arsizio aveva ritenuto che il reato più grave, la ricettazione dei telefoni di provenienza delittuosa, si è interamente consumato a Malta, mentre il reato più grave consumato sul territorio nazionale, l'introduzione e commercio in Italia di prodotti con marchi contraffatti, è a Frosinone. Era lì - secondo le accuse - che da Malta arrivavano i telefoni contraffatti e si provvedeva alle spedizioni, mentre nella sede secondaria di Lecco si provvedeva al monitoraggio delle spedizioni. Mentre sono rimaste ignote modalità e luogo in cui la merce ha varcato il confine italiano.

L'inchiesta è stata condotta, nel 2017, dalla Guardia di finanza di Gallarate che ha messo nel mirino un'associazione a delinquere che operava sostituzioni e riparazioni di smartphone e iPhone con pezzi di ricambio contraffatti. Nel corso dell'indagine sono stati trovati 11.000 articoli contraffatti, denunciate 17 persone e sequestrati immobili e veicoli di lusso. Stimati guadagni per oltre 670.000 euro. Nel collegio difensivo gli avvocati Sandro Salera, Stefano Pellizzari e Luca Luparia Donati.

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