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Gli accertamenti

Nigeriano ucciso, negative le ricerche dell'arma del delitto

Discusso il primo dei due ricorsi contro i sequestri degli indumenti. Mercoledì c'è stato il sopralluogo nell'appartamento dove sarebbe avvenuta l'aggressione a Kelvin Mene

Nigeriano ucciso, negative le ricerche dell'arma del delitto

È approdato sul tavolo del tribunale del Riesame uno dei ricorsi presentati contro il sequestro degli indumenti del nigeriano Kelvin Mene per il quale si indaga per omicidio. Ma intanto l'arma del delitto ancora non si trova.
Venerdì, si è discusso il ricorso del legale che assiste una delle due donne, anch'esse nigeriane come la vittima e ritenuta la fidanzata di Mene, per contestare alcune violazioni del diritto di difesa. Il tribunale si è riservato una decisione.

Anche la difesa dell'altra donna indagata, quella che ospitava la vittima, ha presentato un suo ricorso per annullare oltre al sequestro degli indumenti quello della stanza. Il ricorso sarà discusso il 1° dicembre. La difesa, infatti, contesta il fatto che una serie di atti sarebbe stata compiuta precedentemente all'iscrizione delle due donne nel registro degli indagati quando ancora si procedeva contro ignoti. Il nigeriano, trovato ferito il 6 ottobre (aveva detto di esseri ferito da solo ma non è stato creduto) è deceduto dopo dodici giorni di ospedale. E anche su questo aspetto le difese vogliono fare luce.

Mercoledì, c'è stato il sopralluogo nell'appartamento dove sarebbe avvenuta l'aggressione a Mene con l'incidente probatorio affidato al maggiore dei carabinieri del Ris Cesare Rapone. Si è trattata di un'attività certosina all'interno della casa di via Ferrarelli alla ricerca di tracce biologiche da poter poi confrontare con i reperti in possesso degli investigatori, in modo particolare le tracce di sangue sulla maglietta della vittima, ed eventuale con i profili genetici delle due indagate. Ha dato, infine, esito negativo la perquisizione alla ricerca dell'arma del delitto, condotta sempre mercoledì. Tra le ipotesi sul campo c'è che il nigeriano possa esser stato colpito con un oggetto a punta.
Le due donne indagate sono assiste dagli avvocati Pierluigi Taglienti, Paola Fedele e Alfredo Frasca.

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