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Pasquale Cirillo sul Palazzetto Coni: «Pratica incompleta. I costi non mi convincono»

La stilettata: «Qualcuno era stranamente troppo nervoso». Mentre sullo stadio del nuoto: «Convocherò a stretto giro la commissione sport»

pasquale cirillo

Il consigliere di “Frosinone Capoluogo” Pasquale Cirillo

La pratica per il completamento della procedura della riqualificazione della palestra Coni è passata con una maggioranza e un dibattito in aula bulgari, ma, al di là dei numeri, che pure contano in politica, il risultato non è stato così pacifico, considerato che, poco prima della celebrazione del Consiglio, ci sono state fibrillazioni in maggioranza condite da nervosismi e da un acceso scontro verbale tra il consigliere delegato allo sport, Francesco Pallone, dominus della pratica del palazzetto di piazza Quaranta Martiri di Vallerotonda, e il consigliere di "Frosinone Capoluogo" Pasquale Cirillo, che aveva intenzione di proporre un emendamento alla delibera e che ha abbandonato l'aula polemicamente prima del voto.

Consigliere Cirillo, la volontà di proporre un emendamento alla pratica della palestra Coni ha scatenato un vespaio. Come si spiega tanto nervosismo?
«Francamente non me lo spiego dal momento che la modifica al deliberato, che stavo per depositare, era finalizzata esclusivamente a tutelare ulteriormente l'ente e le tasche dei cittadini-contribuenti di Frosinone, che sono gli unici ai quali mi sento di dover rendere conto del mio operato e che mi hanno conferito la delega a rappresentarli».

Ma cosa proponeva questo emendamento?
«Semplicemente chiedevo di emendare il testo con la formula che prevedeva "di autorizzare la stipula dell'accordo sopra specificato (quello tra Comune, Regione e Sport e Salute, proprietaria della palestra, ndr), conferendo al Sindaco il mandato per la firma dello stesso, in qualità di rappresentante legale del Comune di Frosinone, previa accettazione da parte di Sport e Salute S.p.A., di accollo di tutti i maggiori costi esistenti prima della sottoscrizione della convenzione per la piena realizzazione dell'opera di cui trattasi, manlevando l'Ente da ogni maggiorazione dei costi dei lavori da eseguire". Una richiesta dal mio punto di vista ragionevole, ma qualcuno deve avere vissuto tutto ciò come un peccato di lesa maestà, visto che, poi, mi viene riferito che, durante la seduta di giunta, che ha preceduto il Consiglio, appresa la notizia, si sia seminato il panico e che qualche consigliere abbia fatto addirittura irruzione in sala giunta in preda a una crisi di nervi. Non vorrei che questo atteggiamento fosse stato dettato dal fatto che qualcuno avesse venduto la pelle dell'"orso prima di averlo ucciso" e che avesse preso impegni che non poteva prendere».

Facciamo un passo indietro, cosa non le piaceva e non le piace di quella delibera?
«Il problema non è l'oggetto, ovvero la riqualificazione dell'immobile sulla quale io sono d'accordo, ma il quadro globale non mi convince, specialmente nella parte relativa al costo dei lavori».

Si spieghi meglio.
«Negli allegati alla delibera e anche nella narrativa della stessa, si fa riferimento a un quadro tecnico economico dei lavori di ristrutturazione da compiere del palazzetto di poco più di 500.000 euro. Una cifra, però, che è ferma al 2021 e che, a mio modesto parere, oggi non è più sufficiente. Non è sufficiente, perché, se a qualcuno fosse sfuggito, nell'ultimo biennio per la guerra in Ucraina, per il recente conflitto israelo-palestinese, per la bolla inflattiva, per la penuria dei materiali dovuta a una domanda "drogata" dal superbonus i prezzi degli stessi sono lievitati del 35%. Ergo, saranno indispensabili all'incirca altri 200.000 euro per portare a compimento il progetto».

Sul punto, però, il consigliere Pallone ha sempre rassicurato dicendo che c'è l'impegno di Sport e Salute a sostenere qualsiasi costo aggiuntivo.
«E io con l'emendamento chiedevo di mettere al sicuro proprio questo aspetto. Chiedevo un'aggiunta nel deliberato per rafforzare il concetto già espresso nella narrativa, giusto per il buon andamento dell'amministrazione. Nulla di più, perché non vorrei che un giorno venisse chiesto al Comune di Frosinone, che non è proprietario dell'immobile, di partecipare alla spesa per portare a termine l'opera. Lo troverei profondamente ingiusto. Senza trascurare il fatto che il canone di locazione da corrispondere indicato in delibera, tra 24.000 e 40.000 euro all'anno, mi sembra decisamente eccessivo».

All'inizio i malpancisti sulla delibera erano diversi, poi, è rimasto da solo. Come se lo spiega?
«Non lo so e sarebbe interessante capire cosa li abbia convinti. Io non voto per ordine di scuderia, né per diktat, solamente per coscienza. Se una cosa non mi piace e non mi convince, non la voto. E questa pratica ha troppi punti non convincenti».

Passiamo allo stadio del nuoto. Cosa ne pensa?
«Penso che convocherò d'urgenza la commissione sport di cui sono presidente per invitare il delegato a riferire quali siano le intenzioni dell'amministrazione. E non durerà certamente tre minuti come accaduto per altre commissioni. Ci sono troppe voci e troppa confusione. C'è chi confonde ruoli e competenze. C'è necessità di chiarezza, la stessa che non c'è stata sulla palestra Coni».

Qualche maligno sostiene che lei sta facendo tutto questo per ottenere un posto al sole.
«Falso: io non ho mai chiesto assessorati, consulenze, incarichi, o posti nelle segreterie di parlamentari o nei cda di aziende pubbliche. È una prerogativa che lascio ad altri. Io sono semplicemente un servitore delle istituzioni. Se volevo fare l'assessore o altro, l'avrei fatto già prima».

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