Spazio satira
Il vertice
08.11.2023 - 13:00
Gli affari della criminalità organizzata nel Basso Lazio passano anche per il Pnrr. E per questo si innalza il livello di guardia sulle infiltrazioni dei clan in Ciociaria. È quanto emerso dalla riunione interprovinciale tra i prefetti di Caserta, Latina e Frosinone, Giuseppe Castaldo, Maurizio Falco e Ernesto Liguori, ieri nella città della Reggia. Scopo del vertice, al quale hanno partecipato i responsabili delle forze di polizia delle tre province, insieme ai rappresentanti della Direzione investigativa antimafia di Roma e Napoli, è «rafforzare il sistema di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle rispettive province, caratterizzate da collegamenti delle consorterie criminali per la contiguità territoriale», si legge in una nota.
Nel mirino, ma non solo, «soprattutto il clan dei Casalesi, radicato in provincia di Caserta», prosegue la nota, che «estende le proprie ramificazioni oltre le frontiere territoriali per sviluppare interessi e affari anche nel basso Lazio, in particolare nelle province di Latina e Frosinone. Da qui l'esigenza di individuare strategie comuni per intercettare le nuove dinamiche criminali che si spingono ormai ben oltre i confini provinciali».
Oltre al prefetto Liguori, per la provincia di Frosinone erano presenti il questore Domenico Condello e i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, Gabriele Mattioli e Cosimo Tripoli. È stata effettuata una mappatura generale delle organizzazioni criminali a partire dall'analisi effettuata attraverso i progetti "Ma.Cr.O." (Mappatura della criminalità organizzata) coordinati dalle prefetture.
Uno degli aspetti è legato al riciclaggio e al reinvestimento dei capitali proventi di affari illeciti nell'economia legale e in modo particolare in alcuni settori specifici, «anche a seguito degli investimenti connessi al piano nazionale di ripresa e resilienza». Non a caso nell'ultima relazione semestrale della Dia al Parlamento, per la provincia di Frosinone si evidenziava che «riciclaggio, affari illeciti nel settore dei rifiuti, dei giochi e delle scommesse, rappresentano altri segmenti criminali tipici in questo territorio».
Altro tema quello delle operazioni finanziarie sospette, secondo la Banca d'Italia nel 2022 in Ciociaria se ne sono contate 731, il massimo degli ultimi anni. Tanto più che in appena tre anni in provincia, le segnalazioni di operazioni sospette sono aumentate del 40%.
Dalla riunione è emersa «l'esigenza di una collaborazione sempre più efficace attraverso incontri periodici dei gruppi interforze antimafia delle rispettive prefetture per lo scambio dei sistemi di analisi e dei flussi informativi su base interprovinciale secondo un modello strutturato, in attuazione delle indicazioni contenute nel decreto del ministro dell'Interno Piantedosi del 2 ottobre scorso sulle misure di potenziamento dell'azione istruttoria dei gruppi» con lo scopo «di condividere le informazioni in una fase antecedente all'adozione degli eventuali provvedimenti interdittivi, sia nella fase successiva per il monitoraggio delle variazioni nella titolarità e nella sede delle imprese, con la costituzione di sedi secondarie e operative tra le tre province, e del movimento dei mezzi». A proposito di interdittive antimafia, nell'ultimo biennio ne sono state emanate 80 a Caserta, 25 a Latina e 9 a Frosinone.
Sono stati individuati alcuni settori più "sensibili" quali «logistica, trasporti, edilizia, ristorazione, agroalimentare, ambiente, servizi sanitari e socio-assistenziali» con la previsione «degli strumenti da utilizzare, tra i quali la valorizzazione della competenza specialistica dei diversi componenti dei Gia e l'approfondimento delle "segnalazioni delle operazioni sospette" relative alle operazioni di riciclaggio di denaro, con una proiezione ad ampio raggio sull'area delle tre province».
La prossima riunione congiunta dei gruppi interforze antimafia si terrà a fine mese nella prefettura di Frosinone. Su Repubblica il prefetto Liguori ha spiegato: «La provincia di Frosinone è zona di interesse per la criminalità di origine campana ma anche di altre parti d'Italia. E la collaborazione tra prefetture è utile per rafforzare la prevenzione».
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