Comune di Frosinone
30.12.2025 - 23:35
Il sindaco di Frosinone, consapevole di entrare in aula senza il sostegno della maggioranza, si è consegnato all’opposizione che maramaldeggia su un’amministrazione allo sbando. Il sindaco ha pagato l’aver fatto orecchie da mercante ai numerosi avvisi ai naviganti di Fratelli d'Italia, di Massimiliano Tagliaferri e del Polo Civico. Alla fine, invece di annunciare le dimissioni, il primo cittadino ha messo nel mirino il partito di Giorgia Meloni e ha ritirato le deleghe a Simona Geralico e Alessia Turriziani. Al consiglio cominciato alle 20 di questa sera il numero legale lo tiene l’opposizione (sono 11 i presenti tra dissidenti e minoranza e 9 tra le file della maggioranza), le delibere approvate sono quelle di interesse generale e la più importante di queste è quella riguardante la riduzione del vincolo cimiteriale da 200 a 50 metri attesa da anni dai cittadini di Colle Cottorino. Ma il merito politico dell’importante provvedimento sarà tutto dei “responsabili”: dissidenti e opposizione, che capendo l’assurdità della situazione politica (determinata in toto dalla coppia Mastrangeli-Ottaviani che da settimane fa muro alle richieste peraltro “sobrie” da parte di FdI, di Massimiliano Tagliaferri e del Polo Civico) hanno chiesto tramite Anselmo Pizzutelli l’inversione dei punti all'ordine del giorno, lo hanno approvato, hanno votato “sì” alle delibere di loro interesse tra le quali quella di Colle Cottorino e poi, approvati i quattro punti, hanno preso armi e bagagli e hanno abbandonato l’aula lasciando solo il sindaco insieme al presidente di turno dell’assise, il consigliere Norberto Venturi.
Mastrangeli invece di prendere atto di quanto accaduto e annunciare le proprie dimissioni (con facoltà di ritirarle dopo venti giorni, atto che gli avrebbe consentito una bella pausa di riflessione) ha continuato ancora peggio. Non contento di essersi prestato al più clamoroso “massacro” politico degli ultimi venti anni ha vergato un comunicato, letto nonostante il comprensibile imbarazzo di Venturi che rimarcava come la seduta fosse ormai chiusa, prendendosela con i due assessori di Fratelli d’Italia: Alessia Turriziani e Simona Geralico. Come un pugile suonato, un “re tentenna” in preda al panico non ha avuto nemmeno il coraggio di revocarle come assessori, ma si è limitato a un ritiro delle deleghe che in politica equivale a un richiamo verbale dell’arbitro a un giocatore durante una partita di calcio. Cioè niente o poco più. La seduta conclusa più di un’ora fa segnerà in un modo o nell’altro un punto di non ritorno nel governo della città capoluogo. Difficilmente il costo politico di una ripartenza potrà essere quello piuttosto modesto ipotizzato nei giorni scorsi. Il duro e scomposto attacco del sindaco a Fratelli d’Italia rappresenta una pericolosa deriva dalla quale sarà difficile per il sindaco “social” di Frosinone uscirne con la stessa forza di prima. Le ultime ore del 2025 si prospettano le più difficili per Riccardo Mastrangeli, che ora dovrà spiegare bene ai referenti regionali della maggioranza di governo cosa succede in città. Perché ora, difficilmente, se una soluzione sia in qualche modo possibile, potrà trovarsi senza il placet dei vertici provinciali e regionali del centrodestra.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione