Spazio satira
La vicenda
04.11.2023 - 13:00
Processo per due medici dell'ospedale Spaziani per il decesso, nel luglio del 2022, di un bambino di otto anni
Una pediatra e un'anestesista rinviate a giudizio per la morte per Covid di un bambino di otto anni nel luglio del 2022 all'ospedale Spaziani di Frosinone.
Lo ha deciso ieri il giudice per le udienze preliminari Antonello Bracaglia Morante, accogliendo le richieste formulate dalla procura di Frosinone che ha indagato dopo la denuncia presentata dai genitori del piccolo Nicolò, costituitisi parte civile con gli avvocati Christian Alviani e Solange Marchignoli.
In particolare la procura, sulla base degli accertamenti condotti dalla squadra mobile della questura di Frosinone e delle consulenze mediche ha contestato ai sanitari (inizialmente gli indagati erano otto, ma per gli altri sei è stata disposta l'archiviazione) una serie di errori a catena a cominciare dalla classificazione, come codice verde, del piccolo all'ingresso all'ospedale di Frosinone per un'infezione da Sars-CoV-2.
Secondo l'accusa le due dottoresse, A.A. e V.L., pediatra e rianimatore specializzando, imputate di omicidio colposo per responsabilità in ambito sanitario «per colpa, consistita in imperizia e negligenza» avrebbero omesso «l'attuazione di un corretto e tempestivo inquadramento diagnostico in relazione alle condizioni cliniche fortemente deponenti per uno shock ipovolemico, immediatamente riscontrabile sulla base dei dati obiettivi in possesso».
Per la procura in ospedale avrebbero errato «nella somministrazione dell'adeguata e necessaria fluidoterapia che avrebbe consentito al piccolo concrete ed elevate possibilità salvifiche». Ciò, secondo il pm, avrebbe portato a una situazione di irreversibilità delle condizioni cliniche fino al decesso a seguito di «un grave shock ipovolemico e sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica associata ad infezione da Sars-CoV-2».
Dal canto loro, le dottoresse, assistite dagli avvocati Armando Pagliei e Raffaella Scutieri, si sono difese con una consulenza di parte che contesta dati clinici e conclusioni della consulenza del pm. Per la difesa si è trattato di uno shock cardiogeno che avrebbe, così, richiesto una diversa terapia. Quanto alla catena di errori la difesa ha contestato anche l'assunto che quello iniziale (il codice verde) sarebbe stato considerato rimediabile dall'intervento successivo e che, quello successivo, sarebbe avvenuto in una fase ormai irreversibile. Ora starà al giudice monocratico, dall'udienza del 9 febbraio 2024, decidere.
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