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I fatti

Caso Schiff, un sergente alla sbarra a Latina. «Il rito del pinguino? Un simbolo»

In aula l'aspirante pilota che ha denunciato episodi di nonnismo. Ieri una nuova udienza del processo nei confronti di otto militari dell'Aeronautica, tra i quali anche un patricano

Caso Schiff, un sergente alla sbarra a Latina. «Il rito del pinguino? Un simbolo»

Un momento del rito del pinguino al Comani di Latina che ha portato Giulia Schiff a presentare denuncia

È durata oltre due ore l'udienza che si è svolta ieri in Tribunale, a Latina, che vede da una parte otto giovani militari dell'Aeronautica, accusati di lesioni pluriaggravate e violenza privata aggravata nei confronti di Giulia Schiff, la ragazza di 23 anni che sognava di diventare pilota, espulsa dall'Aeronautica e che ha denunciato episodi di violenza in occasione del battesimo di volo.

Il "cuore" del processo che si sta svolgendo davanti al giudice monocratico Laura Morselli riguarda in particolare quello che accade dopo il battesimo del volo: il rito del pinguino, come lo chiamano i militari.
Ieri è stata ascoltata anche una ex allieva, compagna di corso della parte offesa nella scuola di volo del capoluogo pontino, la quale ha spiegato come il bagno in piscina e altri gesti facevano parte del rito tradizionale dopo il primo volo, così anche le pacche che sarebbero state un modo per congratularsi. Sono otto gli imputati di questo processo che devono rispondere di lesioni e violenza privata.

Sono tutti ex pari corso di Giulia Schiff e sono residenti tra le province di Bergamo, Brescia, Vicenza, Macerata, Frosinone (del paese di Patrica, per esattezza) e poi di Tivoli e Civitavecchia. Hanno sempre ribadito un punto: si è trattato di una tradizione e di una goliardata, come da sempre si fa per festeggiare chi diventa un pilota e le difese hanno sostenuto che quelli non sono episodi di nonnismo e non si possono configurare come maltrattamenti.

Giulia Schiff, al contrario, sta portando avanti le sue accuse anche con un video.
Per capire la situazione, occorre riavvolgere un attimo il nastro: il pm Valentina Giammaria ha esercitato tempo fa l'azione penale nei confronti degli otto presunti responsabili: «Sollevavano da terra e trasportavano con il volto rivolto verso il basso, la sergente allievo ufficiale Giulia Jasmine Schiff e, tenendola ferma per le gambe e le braccia, con dei fustelli di legno le infliggevano violenti colpi sul fondoschiena; quindi le facevano urtare la testa contro la semiala in mostra statica posta in prossimità di una piscina dove, infine, la gettavano».

Ed è questo quello che riportava il capo di imputazione.
Giulia Schiff ieri era presente in Tribunale indossava un vestito nero con una spilla e le bandiere di Italia e Israele, aveva indosso il braccialetto con i colori giallo e blu dell'Ucraina, il paese del marito Victor.
Nel corso della precedente udienza che si era svolta a marzo aveva parlato per otto ore in Tribunale, rispondendo alle domande dell'accusa e della difesa.

«Rivivere tutto quello che è accaduto e vedere le immagini per me è una tortura», racconta. «Doveva essere il giorno più bello della mia vita, si è trasformato in un incubo - aveva detto - ho accettato, era un ordine partecipare, sono stata presa a frustrate con alcuni fuscelli di legno raccolti da una siepe, era doloroso».

La Schiff si è costituita parte civile ed è rappresentata dall'avvocato Strampelli, il collegio difensivo che assiste gli imputati: Andrea Angelelli di Copertino, Leonardo Facchetti di Manerbio, Luca Mignanti di Montalto di Castro, Joseph Garzisi di Patrica, Matteo Pagliari di San Severino Marche, Ida Picone di Vicenza, Andrea Farulli di Gessate, Gabriele Onori di Tivoli. Il collegio difensivo è composto oltre che dall'avvocato Scafetta dagli avvocati Siracusano, Guida, Dulvi, Siciliano, Floccher e Chiabotto.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 22 gennaio 2024.

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