Spazio satira
I fatti
03.10.2023 - 11:00
Il tribunale di Frosinone
Era diventato il suo incubo, costretta a cambiare le abitudine di vita, a non uscire da sola, a chiedere persino un periodo di aspettativa lavorativa. Uno stato di ansia e paura cagionato a una operatrice di una cooperativa, dal comportamento di un giovane immigrato, un ventisettenne del Gambia. Per lui si sono concluse le indagini nei giorni scorsi, deve rispondere delle accuse di minaccia e danneggiamento. I fatti commessi a Frosinone e in una struttura di accoglienza di Alatri.
La ricostruzione
I fatti risalgono ad alcuni mesi fa. Il ventisettenne è indagato con l'accusa di aver minacciato e molestato, in più occasioni, la coordinatrice di un progetto di accoglienza di immigrati nel comune di Frosinone. Progetto di cui il giovane era stato beneficiario fino allo scorso anno, ma che poi ha abbandonato.
Da inizio del 2023, sempre stando alle accuse, il ventisettenne, quasi giornalmente, per un lungo periodo, ha raggiunto gli uffici della cooperativa chiedendo di incontrare la donna, vaneggiando che fosse sua moglie, che avessero dei figli, che dovevano vivere insieme. Pretendeva che gli trovasse un lavoro, che gli consegnasse un computer e tutto il necessario di cui aveva bisogno. Davanti al rifiuto di incontrarlo, ha iniziato ad appostarsi vicino al centro di accoglienza. Un giorno l'avrebbe addirittura rincorsa fino alla caserma dei carabinieri dove si era rifugiata.
Episodi che hanno cagionato alla donna un grave stato di ansia e paura, tanto da costringerla a non restare da sola, a farsi accompagnare, a controllare attraverso le telecamere di videosorveglianza se fosse nei paraggi degli uffici dove lavorava. Al giovane è stata contestato anche il fatto di aver occupato arbitrariamente una stanza della struttura di Alatri, destinata al progetto di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, progetto dal quale in precedenza si era allontanato. Accusato, inoltre, di danneggiamento. Avrebbe danneggiato l'auto della donna, colpendo con i pugni la cappotta.
Il giovane è difeso dall'avvocato Antonio Ceccani.
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