Spazio satira
La vicenda
30.09.2023 - 13:00
Un frame del video poco prima dell'incidente del 10 settembre
Ammette di aver sbagliato. Che è stata "una pazzia". Che intende pagare il suo debito con la giustizia. E allo stesso tempo confida di aver paura per le minacce di morte ricevute. In una lettera, Abdelhafid El Drissi affida il suo sfogo e chiede perdono alla famiglia di Supino coinvolta nell'incidente del 10 settembre scorso a Tecchiena. Incidente, da lui provocato, mentre faceva una diretta social con il telefonino posizionato sul cruscotto della sua Audi. Nello scontro oltre al marocchino, sono rimasti feriti madre e due bambini di Supino.
«Non sono un mostro. Ho sbagliato e intendo pagare il mio debito con la giustizia e con la famiglia di Supino, coinvolta nell'incidente stradale da me causato - scrive il giovane - Ho fatto una pazzia, ma io stesso ho rischiato di morire nell'impatto, avendo quindi creato una situazione ben diversa da quella di coloro che, non rischiando nulla, mettono a repentaglio solo la vita degli altri, ma non la propria. Sono in Italia da molti anni, con regolare permesso di soggiorno e sono stabilmente impiegato, con un contratto a tempo indeterminato, in una ditta edile di Boville Ernica, ove svolgo l'attività di piastrellista specializzato. Solo da qualche giorno, dopo aver subito ben due operazioni, sono stato dimesso dall'ospedale, ma non ho potuto fare rientro a casa, dove vivo con i miei due anziani genitori, che io personalmente sostengo moralmente e materialmente, in quanto la casa è presidiata da curiosi, da giornalisti, che aspettano di sapere da me come si sono svolti i fatti. Sono costretto a vivere in un'altra abitazione, ospite di amici, perché sia io, che la mia famiglia, abbiamo ricevuto pesantissime minacce di morte, assolutamente inconcepibili per una nazione civile quale è l'Italia. Ribadisco, ancora, che io sono pronto a pagare il mio debito con la giustizia, ma quella rappresentata dalla magistratura, e non quella rappresentata, sommariamente, dal popolo.
Io e la mia famiglia abbiamo deciso di incaricare l'avvocato Giampiero Vellucci per la mia difesa, ma il legale non ha ancora accettato l'incarico: noi lo aspettiamo con fiducia per ottenere un processo giusto e con il rispetto delle regole cui ha diritto un comune cittadino, italiano o straniero che sia. Chiedo nuovamente scusa e perdono a tutti e accetto serenamente, ma con tutte le garanzie di legge, la sentenza che verrà emessa nei miei confronti».
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