Spazio satira
L'indagine
21.09.2023 - 17:00
Il tribunale di Frosinone
Quanto può valere il reddito di cittadinanza? Tanto avrà pensato un gruppo di quattro persone che ha rapinato, picchiato, minacciato uno dei percettori di bruciargli casa e costretto a effettuare prelievi al bancomat. Per quanto accaduto nel capoluogo e a Ferentino il 30 gennaio 2022, il gup del tribunale di Frosinone Ida Logoluso ha rinviato a giudizio quattro persone. Il 26 aprile la prima udienza per difendersi dalle accuse di rapina, tentata estorsione e lesioni personali. A giudizio è finita una prostituta bulgara, all'epoca residente ad Assisi, nonché tre persone, tra cui un'altra donna, tutti di Alatri. L'uomo si è costituito parte civile con l'avvocato Mario Cristofari.
La vittima, di 59 anni, conosceva la straniera che da un po' di tempo si era trasferta a Frosinone e frequentava casa. Perciò l'uomo, in cerca di un po' di compagnia, si fidava di lei quando il 30 gennaio del 2022 ebbe inizio tutto. Non poteva immaginare che in quel momento sarebbe iniziata la sua disavventura. Le donne, in base alle accuse raccolte dalla procura di Frosinone, erano riuscite a introdursi nell'abitazione dell'uomo forzatamente. Così facendo, gli sottraevano la tessera del reddito di cittadinanza e lo costringevano a seguirlo per effettuare dei prelievi di contante. I prelievi erano la scusa per restituire poi gli oggetti sottratti all'uomo. Da qui l'accusa di estorsione mossa ad entrambe le donne.
Tutti e quattro e, dunque, anche i due uomini, subito dopo essersi impossessati del cellulare e della tessera del reddito di cittadinanza del malcapitato, lo costringevano a recarsi a una serie di sportelli bancomat per i prelievi e, segnatamente, a Ferentino in via Casilina, e a Frosinone negli uffici postali sulla Monti Lepini, in via Mascagni e in piazza Caduti di via Fani. In quei frangenti l'occhio della telecamera ha immortalato la scena, la vittima e i protagonisti, risultando decisivo ai fini dell'individuazione dei presunti responsabili.
Infatti, i due uomini avrebbero minacciato di morte la vittima, dicendogli che gli avrebbero bruciato la casa, mentre l'altro l'avrebbe ripetutamente colpito a pugni in testa. Il tutto per costringerlo a consegnarli il denaro altrimenti non gli avrebbero restituito telefono e tessera del sussidio. Tuttavia, l'operazione, anche se più volte ripetuta in diversi uffici postali, non andava a buon fine per la mancata erogazione del denaro. A tutti, infine, sono contestate le lesioni, costate un trauma facciale e cinque giorni di prognosi.
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