Spazio satira
Il punto
30.08.2023 - 18:00
L'inquinamento atmosferico rappresenta una "minaccia significativa" per la salute globale, tanto che i livelli del 2021 hanno sottratto 2,3 anni all'aspettativa di vita media globale, al pari dell'impatto che su di essa ha, ad esempio, l'uso del tabacco ed è più grave dell'Hiv/Aids o delle carenze nutrizionali. È quanto emerge dal rapporto dell'Energy Policy Institute (EPIC) dell'Università di Chicago sulla qualità dell'aria globale secondo cui l'inquinamento da particelle sottili, emesse dai veicoli a motore, dall'industria e dagli incendi, rappresenta «la più grande minaccia esterna alla salute pubblica globale». Ma nonostante questa osservazione, i fondi stanziati per la lotta contro l'inquinamento atmosferico rappresentano ancora soltanto una piccola parte di quelli destinati, ad esempio, alle malattie infettive, sottolinea il rapporto.
L'inquinamento da particelle fini aumenta il rischio di sviluppare malattie polmonari, cardiache, ictus o cancro.
Per quanto riguarda l'Italia, si segnala come l'inquinamento rimanga elevato in aree come la Pianura Padana. A Milano, ad esempio, la città con il più alto tasso di inquinamento dell'Europa occidentale, i residenti guadagnerebbero 1,6 anni se i livelli di inquinamento da particolato fossero ridotti in modo da soddisfare le linee guida dell'Oms. E la Ciociaria, la Valle del Sacco in particolar modo, non se la passa meglio. Sulla base delle risultanze del progetto "Indaco" (un programma di valutazione epidemiologica della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale Valle del Sacco) si sono registrati tassi importanti di mortalità per cause respiratorie e per malattie cardiovascolari. Un chiaro effetto dell'inquinamento atmosferico come è stato sottolineato durante la recente presentazione del progetto.
Lo studio è stato effettuato su un gruppo di 540 adulti di cui 218 residenti nei diciannove comuni del Sin e 321 in altri paesi della provincia di Frosinone. I risultati hanno confermato un effetto dell'esposizione a inquinanti atmosferici in particolare sulla mortalità per cause respiratorie e tumorali, nonostante i dati si fermino a cinque anni fa. Per quanto riguarda la mortalità per cause respiratorie si registrano stime di rischio positive per quasi tutti gli inquinanti. Anche per la mortalità da tumori maligni si evidenziano eccessi di rischio positivi per tutti gli inquinanti analizzati.
Oggi i dati più recenti mettono in luce come per alcuni inquinanti, tra cui il Pm10, continuino a registrarsi nell'area livelli superiori a quelli di riferimento della qualità dell'aria. Particolarmente significativa è la presenza di benzo(a)pirene, un idrocarburo policiclico aromatico, nella stazione di Frosinone Scalo con una media annua pari a 3 ng/m³. Il valore supera del 30% il limite e fa riferimento al rapporto Arpa del 2021. All'interno dello studio è stata presa in esame un'importante variabile, ossia quella del ruolo dello stato socio-economico delle persone sulla mortalità. Per tutti gli esiti considerati il rischio di mortalità è più elevato nei residenti in aree con stato socio-economico molto basso.
Un'altra parte dello studio ha analizzato la contaminazione umana da beta-esaclorocicloesano. Dal 2009 la Regione ha messo in atto un programma di sorveglianza sanitaria divisa in tre fasi: la prima dal 2010 al 2012, la seconda dal 2013 al 2015 e la terza dal 2022 al 2023. In questo caso sono state monitorate 1.256 persone residenti in tutti i diciannove comuni del Sin. Su 1.187 prelievi del sangue eseguiti, ad oggi, sono stati analizzati 548 campioni e di questi 378 sono ripetuti. Da questa prima analisi preliminare è emersa una riduzione della concentrazione di beta-esaclorocicloesano nel sangue dei residenti in tutti i comuni del Sin. I dati inoltre confermano livelli più bassi con 10.8 ng/g grasso rispetto ai 33 ng/g dei comuni del vecchio Sin.
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