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L'inchiesta

Sisma bonus, sequestri bis. Adesso si cerca la “talpa”

Dopo i nuovi sequestri emergono nuovi elementi. Gli inquirenti si starebbero concentrando su alcune proroghe che secondo l'accusa potrebbero essere state manomesse

Sisma bonus, sequestri bis. Adesso si cerca la “talpa”

L'ex mercato coperto finito al centro di complesse indagini della Finanza sui benefici del sismabonus

Sisma bonus, sequestri bis a Cassino. Ora si cerca la "talpa" negli uffici comunali. La seconda tranche delle indagini del Gruppo delle Fiamme gialle di Cassino ha portato nelle scorse ora a nuovi sequestri di somme e crediti d'imposta per quasi 4 milioni di euro nella fase due dell'inchiesta sull'ex mercato coperto di via degli Eroi. Nei guai sono finiti ancora l'imprenditore ed ex consigliere comunale di Cassino Salvatore Fontana e l'ex presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura.

Chiamati a rispondere - a vario titolo - di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, occultamento e distruzione di atti pubblici, truffa e truffa aggravata. Le precedenti investigazioni, coordinate dal pm Mattei, avevano fatto ipotizzare che i lavori di rigenerazione della struttura fossero iniziati nel 2014 «mentre gli indagati avrebbero falsamente dichiarato che il permesso a costruire era stato rilasciato nel 2017 proseguendo in assenza di proroghe» avevano spiegato inquirenti. Le indagini condotte dagli uomini del colonnello Papale avrebbero poi fatto emergere l'esistenza delle proroghe evidenziando «che le stesse sarebbero state successivamente sostituite con un'altra nota con uguale protocollo, attestante che il titolo abilitativo doveva intendersi adottato nel 2017 per usufruire del beneficio».

Le investigazioni avrebbero dunque fatto emergere l'esistenza delle proroghe dei lavori di costruzione «ma che le stesse sarebbero state successivamente artatamente soppresse e occultate o sostituite con altra nota riportante uguale protocollo, attestante - però - che il titolo abilitativo doveva intendersi adottato nel mese di marzo 2017, al fine di poter usufruire delle agevolazioni introdotte dalla legge di bilancio 2021». Ecco il punto nodale su cui si starebbero ora concentrando gli inquirenti. «La nota con uguale protocollo» sarebbe adesso uno degli elementi più interessanti da analizzare.

Perché - mettendo sempre in primo piano la necessità di attendere la chiusura delle indagini e gli sviluppi relativi necessari a valutare la validità del costrutto accusatorio formulato - se da una parte la nota "incriminata" potrebbe essere stata prodotta in mille modi, dall'altra è innegabile che questa lettura dell'inchiesta porti con sé tanti interrogativi sulla possibilità che negli uffici qualcuno poteva (almeno) sapere. Ecco perché non si escludono mirate verifiche volte a fugare ogni dubbio. E ad escludere o meno la presenza di una "talpa". Dal Palazzo di piazza De Gasperi arriva una linea molto chiara in merito.

«Non entriamo mai nelle vicende giudiziarie, ancor più se in corso. Posso dire che noi, come amministrazione, abbiamo un indirizzo chiaro: offrire sempre massima collaborazione a fornire tutta la documentazione richiesta o quanto necessario alla magistratura ad approfondire le questioni oggetto di indagine» ha affermato il primo cittadino di Cassino, Enzo Salera. Che sulla presenza di una possibile "talpa" non si sbilancia. E sull'avvio di una indagine interna? «Se a noi vengono segnalati fatti attraverso atti ufficiali, allora procediamo. Al momento non abbiamo alcuna segnalazione in merito, motivo per il quale non avvieremo - aggiunge - alcuna indagine interna nell'immediatezza».

Somme sotto chiave
I sequestri, questa volta, non hanno riguardato la struttura (come era accaduto qualche mese fa) ma solo somme. In particolare, il giudice ha disposto il sequestro preventivo complessivo di crediti d'imposta del valore di circa 3.600.000 euro presenti sul cassetto fiscale di una società immobiliare, nonché il sequestro della somma di denaro di circa 200.000 euro, corrispondente alla somma dei crediti già ceduti o usati in compensazione o - in caso di incapienza - di denaro, beni mobili e immobili intestati agli indagati. A margine delle nuove indagini, l'ex consigliere comunale di Cassino, Salvatore Fontana - attraverso gli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola - ha fatto sapere di essere pronto a dimostrare documentalmente la propria estraneità alle accuse: nella veste di immobiliarista, infatti, i rapporti commerciali con Frattura (a cui farebbe capo la società finita sotto la lente) iniziarono dopo il 2017, quando le pratiche oggetto dell'inchiesta sarebbero state già chiuse da tempo. Non solo. L'ex consigliere comunale avrebbe a sua volta acquistato delle unità della struttura per sé e per i suoi familiari.

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