Spazio satira
L'inchiesta
11.08.2023 - 13:00
Un'immagine durante le prove tecniche effettuate al parco Matusa lo scorso 29 giugno dal consulente incaricato dalla procura alla presenza anche dei consulenti di parte
Ci sarebbe un difetto nella cabina dove, lo scorso 14 gennaio, sedeva il ragazzo di Morolo sbalzato a terra dalla giostra "Il polpo" al parco Matusa. Dopo i due sopralluoghi sulla struttura, posta sotto sequestro dalla procura di Frosinone all'indomani dell'incidente, il consulente tecnico incaricato dal pubblico ministero Vittorio Misiti, l'ingegner Roberto Cicini ha deposito il risultato delle prove effettuate il 30 maggio e il 29 giugno.
Da quanto trapela, sulla carrozza numero 25, individuata quale postazione dove sedeva il quattordicenne al momento della caduta, sarebbe stato riscontrato un difetto di aggancio e sgancio della chiusura di sicurezza. Un particolare emerso in occasione del secondo sopralluogo quando il consulente incaricato dal pm e quelli di parte (l'ingegener Francesco Di Gennaro per la famiglia del ragazzo e Gabriele Pezzetta per gli indagati) si sono a lungo intrattenuti nella verifica dei meccanismi di sicurezza delle varie carrozze del polpo.
Non sono emersi, al contrario, elementi utili alle indagini per l'altra consulenza tecnica, affidata all'ingegner Sergio Civino, sui telefonini dei ragazzi presenti quella sera al Matusa, che avevano girato dei video. Qualità e inquadrature delle immagini, infatti, non avrebbero fornito particolari dell'incidente. A questo punto si attendono le prossime mosse della procura. Si potrebbe arrivare alla chiusura delle indagini preliminari con le conseguenti richieste che adotterà il pm. L'indagine, al momento, ha due indagati, madre e figlio, i titolari della giostra, di 68 e 35 anni, di Sora e Ceccano, per l'ipotesi di reato di lesioni personali colpose gravissime.
Al parco Matusa, nel corso del doppio sopralluogo sul polpo, erano presenti anche i carabinieri della compagnia di Frosinone, personale dell'Asl, i periti, nonché gli avvocati che rappresentano le persone offese, i legali Mario Di Sora (per il ragazzo e il padre) e Vincenzo Banfi (per la mamma), la famiglia del ragazzo e i due indagati, di Sora e Ceccano, rappresentati dall'avvocato Gianmarco Conca. Durante gli accertamenti tecnici è stato utilizzato anche un drone. I periti si sono soffermati sui meccanismi della giostra, facendo delle fotografie ravvicinate, sulla postazione, una volta individuata, nella quale era seduto il ragazzo che poi è stato sbalzato a terra e sui componenti tecnici della struttura. Verificato anche il sistema di alimentazione. Alla seconda ispezione i tecnici si sono concentrati sulla cabina dove il ragazzo sedeva, individuata anche grazie a un video girato quella sera stessa da una testimone. Poi su tutte le postazioni è stato verificato il sistema di tenuta della chiusura di sicurezza.
Testata pure la funzionalità dell'impianto in movimento: prima lentamente, poi a ritmo sempre più sostenuto. La giostra è stata fatta ripartire con l'ausilio di un gruppo elettrogeno, anche a rotazione inversa, per studiare il normale funzionamento alle diverse velocità di crociera. Prove, in questo caso, effettuate con l'impianto scarico senza nessuno a bordo. L'incidente ha fatto temere per la stessa vita del ragazzo di Morolo, poi, fortunatamente, ripresosi al punto da tornare a casa, dopo una lunga degenza in ospedale a seguito dell'operazione subita, e a scuola. Il 14 gennaio scorso il ragazzo da Morolo era arrivato a Frosinone con un gruppo di amici. Insieme avevano scelto di divertirsi sul "polipo". Poi, all'improvviso, intorno alle 18, il dramma: il ragazzo viene sbalzato a terra dalla giostra e rimane gravemente ferito.
Il quattordicenne è privo di sensi. Sono attimi di grande apprensione. Sul posto intervengono gli operatori del 118 che soccorrono il ragazzo, portato in un primo momento all'ospedale Fabrizio Spaziani e poi trasferito d'urgenza, in codice rosso, a Roma, e i carabinieri della compagnia di Frosinone che poi avranno il compito di svolgere le indagini. Il ragazzo riporterà delle lesioni piuttosto serie.
Successivamente, nel proseguo dell'inchiesta, la procura di Frosinone ha incaricato l'ingegner Cicini per valutare lo stato di sicurezza dell'impianto, se era dotato di tutti i dispositivi di sicurezza previsti dalla legge, individuare la carrozza sulla quale era seduto il giovane e se su questa erano funzionanti i sistemi di sicurezza richiesti dalle norme.
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