Spazio satira
L'intervento
17.07.2023 - 20:30
Il segretario generale della Fillea Cgil di Frosinone Alessio Faustini
Appalti pubblici verso la "giungla" che caratterizza quelli privati. Questo è il quadro presentato dalla Fillea Cgil di Frosinone in merito al nuovo codice degli appalti, entrato in vigore lo scorso primo luglio. «Con nuovo codice – dichiara il segretario provinciale Alessio Faustini – si perde tutta una serie di sicurezze che la normativa precedente garantiva».
A preoccupare maggiormente la liberalizzazione degli appalti a cascata, che potrebbe essere vincolato soltanto dalle stesse stazioni appaltanti, e l'assenza di gare d'appalto fino a 5,3 milioni di euro. Condizioni queste che, secondo il sindacato, potrebbero comportare una serie di conseguenze negative che vanno dal rischio di mancato rispetto del contratto edile, a un abbassamento della qualità dei materiali e del lavoro stesso, a carenze in termini di sicurezza.
«Il 77 % degli infortuni in edilizia privata – spiega Faustini – si verifica tra il secondo e il terzo livello di subappalto. Ciò accade perché a ogni passaggio da un'impresa all'altra diminuisce il valore dell'opera. Dovendo le aziende fare profitto – argomenta – quanti più sono i livelli di subappalto tanto subentra la necessità di risparmio, dal momento che più si scende nella catena di subappalto più si abbassa il margine di guadagno. E i tagli vengono fatti sui materiali, sui costi contrattuali, prediligendo altri tipi di contratto a quello edile, e sulla sicurezza.
Tutto questo – continua – incide inevitabilmente sulla qualità del lavoro».
Faustini parla, poi, di una perdita di contatto diretto e di possibilità di controllo che la lunga catena del subappalto porta con sé, facendo eco a una recente dichiarazione rilasciata a "La Stampa" dal presidente dell'Autorità anticorruzione Giuseppe Busia, che ha sottolineato come ogni passaggio aumenti il rischio di infiltrazioni criminali. «Più si va avanti nella catena degli affidamenti – dice Busia – più diventa difficile controllare, con la possibilità che il subappalto venga usato per far entrare dalla porta secondaria chi non poteva entrare da quella principale».
Un'altra conseguenza del subappalto a cascata, secondo il sindacato, è la frammentazione del ciclo produttivo dei cantieri. «Si crea il cosiddetto "nanismo aziendale" – spiega Faustini– con tante micro aziende che difficilmente avranno la possibilità di strutturarsi.
Oggi sarebbe stato invece il momento di sfruttare le risorse del Pnrr per dare un input di specializzazione alle aziende – aggiunge – mentre in questo modo si creano "scatole vuote". E questo porta, tra l'altro, le imprese che hanno fatto investimenti, magari proprio in visione del Pnrr, a subire una concorrenza sleale da parte di aziende senza una vera e propria qualifica d'impresa».
Sulla questione delle gare, inoltre, il segretario di Fillea Cgil spiega: «Fino a 5,3 milioni di euro non si faranno gare d'appalto e ciò vuol dire che l'80% degli appalti pubblici sarà dato o tramite affidamento diretto, per appalti fino a fino a 150.000 euro, o scegliendo tra una lista limitata di imprese. Da 150.000 euro a un milione, infatti, verranno invitate circa cinque imprese, da uno a cinque milioni verranno chiamate dieci imprese. Questo comporta il rischio che si creino delle liste fiduciarie di imprese, con possibili conseguenze negative non soltanto sull'efficienza ma anche dal punto di vista della concorrenza e della correttezza di realizzazione delle opere».
Facendo, poi, riferimento alle parole del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha parlato di un codice improntato sulla fiducia e sulla speditezza, Faustini aggiunge: «Come sindacato noi stessi volevamo coniugare il fare bene al fare presto, tant'è vero che per le opere del Pnrr avevamo dato disponibilità a lavorare ventiquattro ore al giorno e sette giorni su sette, ma a condizione che si applicassero le norme su salute e sicurezza, che si prevedesse il versamento in cassa edile, e che si rispettasse tutto ciò che un contratto edile prevede e che invece il nuovo codice degli appalti mette a rischio».
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