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La vicenda

Annullato l'esproprio per i parcheggi. Il Comune scende in campo

Il Tar accoglie in parte il ricorso e azzera il decreto del settembre 2018 relativo alla zona attigua a piazza Annunziata. I proprietari denunciano l'assenza di vincoli

Pontecorvo

Il Comune di Pontecorvo. Il ricorso ha riguardato l'area attigua a piazza Annunziata

Parcheggi in prossimità di piazza Annunziata e in via Stazzoni, il Tar accoglie in parte il ricorso proposto dai proprietari dell'area, annulla il decreto di espropriazione impugnato e condanna il Comune di Pontecorvo al pagamento delle spese. E ora cosa accadrà? Il parcheggio utilizzato da cittadini e non dovrà essere chiuso? A spiegare le conseguenze del pronunciamento del Tar è lo stesso sindaco Anselmo Rotondo. Ma andiamo con ordine.

Il ricorso
Il ricorso proposto dai proprietari dei terreni dove poi sono stati realizzati i parcheggi risale al 2018. Secondo i ricorrenti «l'atto ablatorio è illegittimo» mancando di una serie di elementi: il vincolo di preordinazione all'esproprio, una chiara ed efficace dichiarazione di pubblica utilità, il preventivo frazionamento dell'area da espropriare. E denunciano il fatto che il Comune «non abbia istituito i procedimenti espropriativi né attribuito la competenza in materia a un ufficio preesistente». Il Comune muove eccezioni (una respinta, l'altra accolta) ed eccepisce l'inammissibilità del ricorso per mancata impugnazione nei termini della dichiarazione di pubblica utilità.

«I ricorrenti denunciano (più a monte) che l'espropriazione è avvenuta in difetto del presupposto di un efficace vincolo di preordinazione all'esproprio e ciò costituisce un vizio dell'atto ablatorio» si legge nel ricorso. «Nel merito il ricorso è fondato - scrivono i giudici - Il Collegio condivide la sostanza delle affermazioni dei ricorrenti in ordine al difetto del fondamentale presupposto perché potesse procedersi all'espropriazione, cioè il vincolo di preordinazione all'esproprio». «In ordine al vincolo, nulla risulta dagli atti impugnati.

Il Comune ha depositato un certificato di destinazione urbanistica che si limita ad affermare che i terreni espropriati rientrano in "zona parcheggio" in base al piano particolareggiato. E dalla delibera del 2022 con cui è stato approvato il piano particolareggiato, risulta che il Prg del Comune risalisse a 25 anni prima» scrivono ancora i giudici. Che aggiungono che il piano particolareggiato è comunque decaduto per effetto del decennio della sua efficacia.
L'impostazione del vincolo di preordinazione all'esproprio «non può essere implicita» spiegano ancora i giudici.
Il ricorso è stato in parte accolto con «assorbimento delle ulteriori censure e conseguente annullamento del decreto di espropriazione impugnato». E con la condanna al pagamento di circa 4.000 euro da parte del Comune.

La posizione
Nessuna paura, però. I parcheggi non saranno "cancellati". A spiegarlo, dopo la pubblicazione della sentenza, è il primo cittadino Anselmo Rotondo. «In casi simili c'è chi non si oppone al decreto di esproprio e chi, invece, lo fa. Quando accade in situazioni in cui ci sono già opere realizzate e finite, dobbiamo salvaguardare l'opera che è di pubblica utilità e della quale usufruiscono molti cittadini. In questo caso, proprio in tal senso, faremo una acquisizione sanante che porteremo in consiglio comunale - ha spiegato il primo cittadino - acquisiremo, cioè, attraverso degli atti previsti dalla legge l'area a patrimonio comunale.

Passaggio che, se non fosse stato opposto il decreto, era già automatico. Dopo questa parziale sentenza faremo secondo legge tutti i passaggi tecnico-amministrativi per salvaguardare l'opera». «Nessun pericolo che i cittadini "perdano" i parcheggi» sottolinea. Poi Rondo aggiunge: «Non è l'unica. Giovedì porteremo in consiglio una vicenda simile, con un'acquisizione sanante di un decreto espropriativo di oltre 30 anni fa».

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