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Il delitto

Omicidio a Cassino. Un'impronta insanguinata incastra il killer di Yirelis

La polizia chiude il cerchio e sottopone a fermo un operaio edile. A rispondere di omicidio volontario aggravato è Sandro Di Carlo di 26 anni

sandro di carlo

Sandro Di Carlo

Ha cercato di ripulire la stanza piena di sangue con uno straccio. Un tentativo maldestro e grossolano, dopo aver lasciato l'impronta di una mano sulla parete ai piedi della quale giaceva la vittima. Poi è uscito dall'appartamento di via Pascoli e si è dileguato. Ma una volta a casa non si è disfatto né dei vestiti ancora sporchi né ha cambiato le scarpe, con le suole piene di tracce ematiche così come la linguetta intrisa del sangue di Yirelis. E, dopo aver trascorso una domenica a Roma, è stato fermato alla stazione degli autobus di linea intorno all'una e mezza della scorsa notte e trasferito prima negli uffici del Commissariato di Cassino, poi in carcere. Questa la ricostruzione degli inquirenti di piazza Labriola.
In poco più di 24 ore la polizia di Stato ha dato un nome e un volto all'assassino di Yirelis Peña Santana, la trentaquattrenne dominicana trovata senza vita in un appartamento in pieno centro a Cassino, colpita a morte da diverse coltellate e lasciata sul pavimento della camera da letto: per gli inquirenti a dover rispondere di omicidio volontario aggravato è Sandro Di Carlo, 26 anni di Cassino, operaio edile. Giovane già noto alle forze dell'ordine, tra denunce per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

La prova regina
A incastrare l'autore del delitto è stata l'impronta palmare insanguinata isolata sul muro, riferibile per la magistratura all'autore del delitto. «Il riscontro è stato inserito all'interno della banca dati Afis e ha restituito un match con un soggetto residente nel Comune di Cassino – ha spiegato il questore Domenico Condello durante la conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina – Da quanto emerso, il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo ha ritenuto sufficienti gli indizi emersi a carico del giovane, nei confronti del quale è stato subito disposto il fermo di indiziato di delitto per l'omicidio di Yirelis». Quattro le coltellate ben assestate, quelle che hanno provocato la morte della giovane, che prima di essere colpita con un coltello a serramanico sarebbe stata azzittita. L'arma è stata trovata nelle pertinenze dell'appartamento dagli agenti che hanno lavorato senza sosta dal momento del ritrovamento del corpo fino al fermo dell'operaio: «Non c'era in zona neppure una telecamera nell'arco di un chilometro quadrato né testimoni che potessero dare un volto all'assassino» spiegano gli agenti. Fondamentale - ha sottolineato ancora il questore - è stato il lavoro della Scientifica, che ha isolato l'impronta in grado di indicare la direzione da seguire. Al resto ci ha pensato l'intuito della Squadra mobile e della Pg di Cassino, che hanno operato all'unisono.

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