Spazio satira
Il piano
27.04.2023 - 18:00
Un momento della conferenza di presentazione del rapporto nella sede della Camera di Commercio
L'agroalimentare del Basso Lazio è un settore che produce eccellenze che rappresentano un vanto per il territorio e per l'intero Paese. In un mercato internazionale in cui il made in Italy è un indiscusso biglietto da visita, però, i prodotti ciociari e pontini, nonostante l'innegabile qualità, trovano ancora uno spazio marginale.
Sebbene le aziende agroalimentari delle province di Frosinone e Latina siano propense all'export, infatti, sono ancora poco internazionalizzate. È quanto emerso da uno studio di Federlazio con il contributo della Camera di Commercio di Frosinone e Latina, presentato ieri nel capoluogo ciociaro.
All'incontro, dal titolo "Ricostruire la filiera agroalimentare interprovinciale", sono intervenuti l'esperto di diritto e commercio internazionale Stefano Rossi, il presidente di Federlazio Frosinone Nino Polito e il suo omologo di Latina Marco Picca e il segretario della Camera di Commercio Pietro Viscusi, accolti dal direttore di Federlazio Frosinone Massimiliano Iannucci. Hanno, inoltre, partecipato al dibattito i rappresentanti di alcune aziende del comparto, che hanno portato la testimonianza della loro esperienza sui mercati esteri.
Ad aprire il convegno il segretario Viscusi, che ha sottolineato l'importanza di una sinergia interprovinciale per promuovere l'internazionalizzazione delle eccellenze del territorio. Ha ricordato, poi, il ruolo della formazione: «Sull'agroalomentare – ha detto – stiamo creando una forte sinergia con gli istituti agrari con cui stiamo cercando di insistere su alcuni aspetti emersi dalla ricerca, quali l'esigenza della formazione delle figure professionali e la certificazione delle competenze. Un altro dato emerso, inoltre – ha aggiunto Viscusi – è l'esigenza da parte delle aziende di avere un centro di riferimento all'estero. E il sistema delle camere di commercio italiane all'estero può rappresentare una importante risposta».
Ha sottolineato l'importanza della formazione anche il presidente di Federlazio di Latina Marco Picca, che ha citato l'esempio dell'istituto agrario San Benedetto. Picca ha, poi, ricordato la storia del capoluogo pontino, che, dopo un lungo periodo di industrializzazione, è tornato alla sua vocazione agricola: «Sono sorte una serie di strutture che percorrono tutta la filiera e portano i nostri prodotti in giro per il mondo, oltre che nelle grandi catene dei supermercati italiani». Ha sottolineato, però, che per gli scambi con l'estero, molte di queste si sono organizzate autonomamente. A emergere ancora una volta, dunque, la necessità di creare una rete.
«Bisogna tentare di ricostruire l'internazionalizzazione – ha commentato Nino Polito – ma facendo colloquiare il comparto interprovinciale. Federlazio e Camera di Commercio possono dare gli strumenti alle aziende – ha continuato – E queste iniziative vanno intraprese per fornire strumenti capaci di creare le opportunità per competere a livello internazionale».
Illustrando lo studio, Stefano Rossi ha evidenziato come dalle due indagini proposte alle aziende sia emerso l'aspetto positivo della propensione all'export, al quale, però, corrispondono alcune criticità, per far fronte alle quali sono state proposte alcune opzioni strategiche per la costruzione di un business plan. «Tra gli impedimenti emersi – ha spiegato Rossi – la scarsa attenzione a sviluppare una strategia ad hoc per i mercati esteri. Il primo elemento di criticità, infatti, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese, è la replica mercato domestico. Viene dedicata, poi, poca attenzione all'analisi della concorrenza, puntando molto alla qualità, che però, nel mercato internazionale, soprattutto in quello statunitense, da sola non è sufficiente».
Ciò su cui bisogna puntare, infatti, è il modo in cui il prodotto viene comunicato. «La strategia di internazionalizzazione – ha detto – deve passare soprattutto per l'elaborazione dei piani di marketing». Tra i principali elementi ai quali puntare per il futuro dell'internazionalizzazione, dunque, il digital export, con collaborazioni con marketplace terzi, lo sviluppo di una solida presenza online e l'adozione di soluzioni tecnologiche avanzate. Tra le strategie proposte, ad esmepio, la sperimentazione del metaverso, per lo sviulppo di un marketing immersivo, che porti virtualmente i potenziali consumatori a conoscere "da vicino" le eccellenze del territorio.
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