Nel mondo ogni 15 secondi un lavoratore muore sul lavoro a causa di un infortunio o di malattia professionale. Ogni 15 secondi, 153 lavoratori hanno un infortunio sul lavoro. Si stima che ogni giorno, 6.300 persone muoiano a causa di incidenti sul lavoro o malattie professionali per un totale di oltre 2,3 milioni di morti all'anno. Quella che si svolge contro i lavoratori è una guerra mondiale nella quale anche l'Italia è purtroppo protagonista con 1.090 lavoratori morti nello scorso anno.
Oltre al costo umano di queste tragedie quotidiane, l'onere economico causato dalle scarse pratiche di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro è stimato essere ogni anno pari al 4 per cento del prodotto interno lordo mondiale. Il dramma è tanto esteso che, a poca distanza dalla festa dei lavoratori del Primo Maggio, si è sentita la necessità di istituire, per una sempre maggiore sensibilizzazione, la Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul lavoro che ricorre il 28 aprile.
Il fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro manifesta ancora la sua forza in tutti i Paesi sviluppati dove agli elevati livelli di benessere e qualità della vita raggiunti dai cittadini continua a contrapporsi il reiterarsi del fenomeno delle morti bianche. Un fenomeno che è figlio di un paradosso lampante: se da un lato i costi per rendere sicuro il luogo di lavoro sono stati vissuti per molti decenni come un freno alla crescita economica, dall'altro lato le morti e gli infortuni sul lavoro di certo hanno prodotto (e producono) costi che incidono sui bilanci dei sistemi nazionali sanitari e di previdenza.
In tutto ciò, nel Lazio, il 2022 si è chiuso con 70 incidenti mortali sul lavoro, esclusi quelli in itinere, pari all'8,9 per cento del totale degli infortuni registrati dall'Inail nello stesso periodo. E la provincia di Frosinone è risultata tra le dieci peggiori d'Italia, con il sesto posto su 107 con un'incidenza di 83,2 nel rapporto tra infortuni mortali accaduti sul territorio (14) e occupati (168.349).
Quella della Ciociaria, tra l'altro, è la peggiore performance tra le altre province laziali, se si considera che Latina è 43ª con un'incidenza di 38,8 (8 infortuni mortali, 206.027 occupati), Roma è 66ª (26,7 di incidenza, 46 infortuni mortali, 1.723.846 occupati), Rieti è 83ª (17,8 di incidenza, un infortunio mortale, 56.255 occupati) e Viterbo è 93ª (9 di incidenza, un infortunio mortale, 111.269 occupati). È quanto emerso dal report "La sicurezza è il tuo futuro", realizzato da Ugl sulla base di dati Inail e presentato ieri nel corso di una conferenza stampa nella sede del sindacato, in via Nomentana a Roma.
In cima alla graduatoria della fine del 2022 con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro - a livello statistico – è la Lombardia, ovvero la regione con la più alta popolazione lavorativa d'Italia (124 vittime) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un'incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale, collocandosi così in "zona gialla".
Seguono: Veneto (74), Campania (70), Lazio (70), Piemonte (63), Emilia Romagna (59), Toscana (55), Puglia (51), Sicilia (50), Marche (31), Trentino-Alto Adige (30), Calabria (22), Liguria (20), Sardegna, Abruzzo e Umbria (16), Basilicata (10), Valle D'Aosta (6), Friuli-Venezia Giulia (4) e Molise (3). Sono 1.090 i lavoratori che da gennaio a dicembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud, con una media di oltre 90 vittime al mese. Stiamo parlando ancora di oltre 20 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 790 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 300 in itinere (cresciuti del 21% rispetto all'anno precedente quando era maggiormente diffuso lo smart working).
Per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro «abbiamo fatto un'elaborazione dei numeri dell'Inail dai quali abbiamo tirato fuori dei dati interessanti - ha spiegato il segretario generale di Ugl, Paolo Capone - Regione per regione, provincia per provincia, abbiamo ridisegnato la mappa dell'incidenza degli incidenti sui luoghi di lavoro. Questo ha portato non solamente a fare una classifica ma a capire quali sono le zone, le età e le etnie più colpite perché nella dinamica del lavoro e degli incidenti sul lavoro ci sono sempre delle motivazioni dietro: la scarsa conoscenza delle norme, l'età alta, lavorazioni che spesso non vengono gestite con la dovuta accortezza anche da parte delle aziende», ha sottolineato.
«È emerso, ad esempio, che la Valle d'Aosta è la regione con la più alta incidenza di incidenti mortali per numero di lavoratori: una regione piccola, piuttosto al nord, dove il lavoro nero è meno presente che in altre regioni. Oggi (ieri, ndr) partiamo da Roma e porteremo il tour nel Lazio, in Toscana e in Emilia Romagna».