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La vicenda

Estetista abusiva scoperta e denunciata dai carabinieri

Esercitava la professione nel laboratorio allestito in casa senza averne i titoli e le autorizzazioni. Sequestrati le attrezzature e i materiali utilizzati

Estetista abusiva scoperta e denunciata dai carabinieri

La stazione dei carabinieri di Ceprano dove è stato presentato l'esposto contro l'estetista abusiva

Estetista abusiva "pizzicata" in casa a lavorare in seguito a un esposto, denunciata per esercizio abusivo della professione sanitaria, perché sprovvista di titoli professionali, e per avere avviato un'attività medico-estetica senza l'indispensabile autorizzazione sanitaria.
La donna di Ceprano esercitava in casa, dove aveva allestito un laboratorio, in cui si dedicava alla cura estetica delle sue clienti. Non versava, però, un centesimo al fisco, oltre a non avere un titolo per praticare l'attività. Quindi, lavorava priva di ogni requisito professionale e licenza. I carabinieri di Ceprano, al comando del luogotenente Augusto Proietti e coordinati dal capitano Bartolo Taglietti, comandante della Compagnia di Pontecorvo, hanno eseguito controlli, verificato l'esistenza del laboratorio casalingo abusivo e sottoposto a sequestro il materiale vario e le attrezzature usate.

Dopo l'ispezione, hanno denunciato la donna per esercizio abusivo della professione sanitaria perché sprovvista di titoli professionali e per avere avviato un'attività medico-estetica senza l'autorizzazione sanitaria. Il controllo, come abbiamo detto, è partito in seguito a un esposto. I militari, giunti nell'abitazione della donna segnalata, hanno trovato l'allestimento da "centro estetico". Per l'estetista abusiva sono scattate quindi varie sanzioni amministrative per la mancanza del titolo professionale, l'omessa denuncia di inizio attività e vari abusi. I carabinieri hanno poi provveduto al sequestro delle attrezzature elettromeccaniche che la donna utilizzava per l'attività estetica.

Operare nell'illegalità ovviamente danneggia tutti gli operatori del settore che rispettano le norme. Inoltre, il lavoro in nero e la mancanza di adeguati titoli professionali, potrebbe mettere a repentaglio la salute delle persone che si sottopongono a determinati trattamenti. In ogni caso, la donna si rivolgerà ai suoi legali e farà valere le sue ragioni a sostegno delle posizioni e argomentazioni sostenute.

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