Cerca

La ricostruzione

Omicidio Fidaleo, Miriam Mignano interrogata per la seconda volta

I carabinieri hanno riascoltato la trentenne di Castelforte. La donna ha chiarito alcuni dettagli importanti per le indagini

Omicidio Fidaleo, Miriam Mignano interrogata per la seconda volta

Miriam Mignano

Interrogata di nuovo Miriam Mignano, la trentenne di Castelforte rimasta gravemente ferita il sette marzo scorso da due colpi d'arma da fuoco esplosi da Giuseppe Molinaro, il quale ha ucciso anche Giovanni Fidaleo, il sessantaseienne di San Giorgio a Liri e direttore dell'hotel Nuova Suio proprio all'interno della struttura. I carabinieri della Compagnia di Formia si sono recati nella casa romana dei familiari, dove si trova Miriam da giovedì scorso, ovvero da quando è stata dimessa dal Policlinico Gemelli di Roma. Il contenuto del delicato interrogatorio, ovviamente, così come successo la settimana scorsa è stato secretato ed è durato per tutta la mattinata e anche per una parte del pomeriggio.

Gli inquirenti, sulla scorta delle dichiarazioni rilasciate dalla trentenne di Castelforte la settimana scorsa, hanno inteso chiarire alcuni particolari dell'omicidio di Suio, che non collimavano con quanto riferito dall'indagato Giuseppe Molinaro, rinchiuso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Una comparazione che potrà spiegare molti passaggi ancora non chiari e affatto scontati.

Testimonianza chiave
Le affermazioni di Miriam rivestono un'importanza fondamentale, visto che è l'unica testimone del sanguinoso episodio, che ancora deve essere chiarito in ogni particolare. Tra le sue affermazioni, probabilmente, ci sarà stata la conferma, tra l'altro riportata nell'ordinanza, sui minuti immediatamente successivi alla sparatoria. Un agguato in cui il sessantaseienne di San Giorgio ha perso la vita: inutili i soccorsi. E in cui Miriam, attinta dai colpi, lanciò l'allarme telefonando ai carabinieri. La donna, infatti, nonostante fosse ferita per i due colpi di pistola subiti, era riuscita a chiamare il 112, chiedendo soccorso. Non solo. In un'altra telefonata, effettuata alle 15.29, la stessa donna, a specifica domanda, indicava in Giuseppe Molinaro l'autore della condotta criminosa che aveva portato alla morte di Fidaleo e al suo ferimento. Per la guardia giurata dell'Italpol, che a settembre compirà trentuno anni, l'interrogatorio di ieri ha pesato non poco sul suo stato d'animo, in quanto ha rivissuto quei drammatici momenti, costati la vita a Giovanni Fidaleo. Va detto che gli investigatori attendono di conoscere i tabulati dei telefonini, per verificare gli eventuali contatti tra i tre protagonisti del caso. Così come è importante conoscere i risultati della perizia balistica e quelli dell'esame autoptico, che potrebbero chiarire la dinamica del fatto.

Attesa per l'udienza
Per quanto riguarda la difesa di Giuseppe Molinaro, i due avvocati Paolo Maria Di Napoli e Giampiero Guarriello, attendono la fissazione dell'udienza davanti al Tribunale del Riesame, a cui hanno chiesto la concessione degli arresti domiciliari del loro assistito, che, nei prossimi giorni, sarà sottoposto ad una consulenza psichiatrica, tesa ad accertare se il militare di Teano, nel momento in cui ha sparato, fosse in grado di intendere e volere. Infatti, come è noto, è stato individuato uno psichiatra, che sottoporrà agli accertamenti del caso Molinaro, da circa tre settimane rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, visto che un paio di giorni li ha trascorsi in una clinica campana per un piccolo intervento chirurgico.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione