Aumenta il costo dei rifiuti in Ciociaria. Una situazione determinata dalla crescita della tariffa che i Comuni dovranno pagare per conferire l'immondizia presso l'impianto Tmb della Società Ambiente Frosinone di Colfelice. Si passa da 138,68 euro a 161,47 euro a tonnellata. Un +16,43%. E non è tutto: l'aumento è retroattivo perché la tariffa di accesso verrà rivalutata con decorrenza 1° gennaio 2020, «al netto dell'ecotassa, del benefit ambientale e dell'Iva (se e in quanto dovuti)». È quanto si legge nelle determinazione della Direzione del ciclo dei rifiuti della Regione Lazio dello scorso 24 febbraio. Una stangata per i Comuni e di conseguenza per le famiglie e i cittadini. Bisogna tener presente che questa decisione nasce dall'istanza di aggiornamento che la Saf aveva presentato il 22 dicembre 2021.

E quindi in un periodo precedente a novembre 2022, quando cioè è iniziato lo smaltimento dei rifiuti prodotti in Ciociaria nei termovalorizzatori della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Con spese di trasporto maggiori quindi. Vuol dire che in futuro il costo è destinato ad aumentare ulteriormente. A fine 2021 la Saf chiedeva un aggiornamento della tariffa per far via dei maggiori costi. La Regione Lazio ha dato incarico ad una società di revisione iscritta all'albo speciale della Consob, che ha effettuato lo studio, appurando la fondatezza della richiesta della Saf.

Il nodo discarica
Questo aumento affonda le radici nel passato quindi. Nella determina della Regione si ricorda che «Saf è tenuta, come tutti gli altri gestori di impianti che svolgono attività nell'ambito del ciclo di trattamento e smaltimento dei rifiuti indifferenziati e recupero di frazione organica, a presentare il piano economico finanziario secondo il sistema di calcolo Mtr-2 definito dalla Arera nel rispetto dei tempi già comunicati da questa Regione Lazio, in base al quale la tariffa di accesso verrà rivalutata con decorrenza 1° gennaio 2022». Vuol dire che quando la Saf applicherà il nuovo metodo tariffario stabilito dall'Arera deciderà se confermare o meno la tariffa. Ma il punto vero è che da novembre 2022 i rifiuti prodotti in provincia di Frosinone vengono smaltiti nei termovalorizzatori della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Questo perché da allora non è più possibile conferire presso la discarica di Viterbo.

Ma soprattutto, da ormai due anno la provincia di Frosinone non ha una discarica di riferimento nel territorio. Senza considerare che tutto il Lazio deve far fronte ad un'emergenza determinata proprio dalla mancanza di discariche. Se non verrà risolto una volta per tutte questo aspetto non potrà esserci un'inversione di tendenza. Smaltire fuori regione ha un costo significativo e alla fine a pagare il conto saranno inevitabilmente i cittadini.

La previsione ignorata
Il presidente della Saf Lucio Migliorelli nell'ottobre scorso, in una comunicazione a tutti i Comuni soci, aveva sottolineato quelli che potevano essere i problemi. Rilevando nella lettera: «È evidente che la mancanza di una discarica di servizio rispetto all'impianto di Colfelice determinerebbe, in modo inevitabile, il blocco del servizio svolto dal nostro impianto, con ogni ulteriore conseguenza nei confronti dei Comuni... In tale direzione la Saf sta compiendo ogni sforzo per scongiurare lo scenario emergenziale sopra ipotizzato ma comunque evidente che anche l'eventuale individuazione di impianti di smaltimento extraregionali - che pure consentirebbero di prevenire e/o limitare la paventata emergenza - avrebbero impatti economici rilevanti sui costi generali del servizio e avrebbero, in ogni caso, una durata transitoria». È quello che si è puntualmente verificato. Nel frattempo la Saf ha provveduto alla riduzione della tariffa della frazione organica dei Comuni conferitori. Con una deliberazione adottata dal consiglio di amministrazione prima di Natale. Portando il costo da 130 a 88 euro a tonnellata.

Il ruolo di Provincia e Regione
Nei mesi scorsi la Regione ha più volte sollecitato le Province a procedere con l'indicazione di siti che potrebbero ospitare una discarica. L'allora presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo aveva risposto «che il procedimento per l'aggiornamento del Ptpg è stato avviato da tempo e sta andando avanti secondo le tempistiche che attengono a qualsiasi complesso iter amministrativo di tale natura». Qualche anno fa la Provincia affidò uno studio al Politecnico di Torino per l'individuazione di aree da adibire a discarica.

La presa di posizione di Pompeo significa che quello studio deve tener conto anche degli elementi relativi all'aggiornamento del Ptpg. A questo punto però occorre capire quali saranno le strategie a livello regionale. Il Lazio ha un obiettivo problema di mancanza di discariche e la Ciociaria non fa eccezione. In una dichiarazione rilasciata al quotidiano Il Corriere della Sera il neo assessore regionale ai rifiuti Fabrizio Ghera ha detto: «Quando eravamo all'opposizione abbiamo criticato il Piano regionale dei rifiuti, che dovrà essere ripensato e rimodulato. Va prevista una premialità per le comunità che ospitano impianti e ne subiscono l'impatto».
Tornando alla provincia di Frosinone, a pesare come un macigno è la mancanza di una discarica. Se non verrà risolto questo problema sarà assai complicato perfino immaginare un mancato aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti.