«La situazione è già drammatica, anche in provincia di Frosinone. E può peggiorare. Il combinato disposto del caro-energia e dell'aumento del costo delle materie prime ha determinato quella "tempesta perfetta" che temevamo». Il segretario generale della Cisl del Lazio Enrico Coppotelli non usa giri di parole per descrivere il momento drammatico che stanno vivendo famiglie e imprese per il caro bollette.
«D'altronde se un'azienda come la Saxa Gres ha dovuto interrompere la produzione, pur essendo strapiena di ordini, significa che il momento è grave - prosegue Coppotelli - Lo ha spiegato l'imprenditore Francesco Borgomeo: nel primo semestre del 2021 la spesa energetica era stata di 6 milioni di euro, nel primo semestre di quest'anno di 22. Più del triplo. Per luglio e agosto andrà peggio. Come Cisl del Lazio stiamo monitorando la situazione».

Ed ecco la mappa. «In difficoltà il settore delle cartiere - prosegue Coppotelli - penso a quelle di Arpino, di Guarcino, di Isola Liri, di Aquino. Inevitabilmente la crisi si estenderà al comparto metalmeccanico, già colpito dai grossi problemi dell'approvvigionamento delle materie prime. Evidente altresì che pure i settori del chimico, della gomma e della plastica dovranno fronteggiare questo "tsunami". Alcuni esempi: per l'Agc Automotive la bolletta dell'energia elettrica è passata da 560.000 a 1.100.000 euro. Alla Prima Ferentino da 80.000 a 120.000 euro. Abbiamo eccellenze fortemente energivore: penso alla Klopman. D'altronde basta soffermarsi su alcuni dati congiunturali: ad agosto 2021 il costo del gas era di 0,90 euro al metro cubo. Ad agosto 2022 è di 1,52 euro. Ad agosto 2021 il prezzo dell'energia elettrica era di 0,22 euro a Kwh. A dodici mesi di distanza è di 0,62 euro a Kwh».

La posizione della Cisl è forte e chiara. Insiste il segretario: «Occorrono interventi urgenti e consistenti. Per salvare redditi e salari, imprese e posti di lavoro. E, come ha detto il nostro segretario generale Luigi Sbarra, bisogna pensare altresì ad una nuova versione di cassa integrazione sul modello di quella del Covid. Per non licenziare nessuno e per salvaguardare la produzione e l'occupazione. Occorre un nuovo decreto del governo in carica per confermare e consolidare aiuti e interventi strutturali: questo perché l'impennata dei prezzi è destinata a durare. Sono necessarie compensazioni rapide e controlli sugli speculatori. Ha detto Sbarra: "Se è necessario si mettano in campo risorse straordinarie, anche con uno scostamento di bilancio, azzerando l'Iva sui beni di prima necessità e di largo consumo". La linea è questa.

Contemporaneamente va sganciato il prezzo dell'energia prodotta attraverso fonti rinnovabili da quello del gas, incentivando le prime. Occorrono limiti al costo europeo di importazione del gas ma anche un tetto sociale al prezzo nazionale dell'elettricità. Rendiamoci conto che tutte le filiere produttive sono in estrema difficoltà: meccanica, siderurgia, automotive, terziario, agroalimentare, commercio, turismo. Il prezzo del gas sta salendo dal 2021: ecco perché occorre un tetto. Riteniamo anche che sia da mettere in cantiere il credito di imposta per le aziende energivore e gasivore. Ma altre misure andrebbero adottate: sconti carburanti, rateizzazione delle bollette, taglio delle accise. Parliamo di provvedimenti per salvare imprese e posti di lavoro. Forse non è ancora chiaro: siamo in uno scenario con l'inflazione al 5,9%, il rincaro delle materie prime e le bollette di luce e gas triplicate. Come fanno a reggere le famiglie, i lavoratori e settori come il manifatturiero, i trasporti, l'edilizia, i servizi alla persona e la ristorazione artigiana (pasticcerie, gelaterie, cioccolaterie, paninoteche)?».

Coppotelli fornisce alcuni numeri: «In Italia sono a rischio 120.000 imprese, nel Lazio 10.000. Molte aziende sono spalle al muro: le spese aumentano, il volume di affari crolla e non si possono caricare le perdite sulle famiglie altrimenti viene meno il fattore fideilizzazione. La preoccupazione è enorme per le pesanti ripercussioni sui settori più energivori: chimico-farmaceutico, gomme e plastiche, telecomunicazioni, carta, ceramica, metalmeccanico, estrattivo, digitale, alberghiero, agroalimentare. Non c'è alternativa: subito un tetto al prezzo do gas e elettricità».