L'indegno atto vandalico contro la lapide che ricorda i caduti civili del bombardamento alleato del quartiere San Pietro sembra diventato, da alcuni giorni, un "caso politico". O meglio, sta cercando di farlo diventare tale il Pd ceccanese che, prima con il segretario civico Giulio Conti, poi con l'iscritto Diego Protani, vorrebbero addossare le responsabilità indirette del gesto all'Amministrazione Caligiore, a loro dire incapace di garantire la sicurezza in città e di «illudere i ragazzi addomesticandoli a piccoli balilla, mettendogli una maglia e dandogli una bandiera», come ha scritto lo stesso Protani sui social.

A queste tesi piuttosto opinabili ha risposto l'ex assessore alla Cultura Stefano Gizzi, artefice del monumento al Belvedere in ricordo dei tanti ceccanesi morti sotto le bombe alleate. «Fa notizia l'atto vandalico sulla lapide in ricordo delle vittime civili del bombardamento angloamericano che rase al suolo anche la chiesa di San Pietro a Ceccano - dice Gizzi - Ma è opportuno ricordare la storia recente della creazione del monumento ai caduti civili, poiché la "memoria selettiva" della Pro Loco e di altri commentatori politici hanno rimosso un particolare molto importante. Dopo l'insediamento nell'estate del 2015 dell'Amministrazione guidata dal sindaco Roberto Caligiore il sottoscritto, nuovo assessore alla Cultura e Beni culturali, con il delegato al Decoro urbano Angelo Aversa, effettuammo un sopralluogo nell'area della ex chiesa di San Pietro, trovando una situazione vergognosa. I rami dei pini impedivano l'accesso e la vista dell'area stessa; le due lapidi illeggibili erano poggiate per terra, ricoperte parzialmente di terriccio ed erba, mentre alcuni cippi dell'antica chiesa erano accatastati in vari angoli alla rinfusa. Tutta la zona versava nel più completo abbandono. Il degrado, per anni e anni, di questa superficie pubblica dimostrava il rispetto delle vecchie Amministrazioni peri monumenti e i caduti ceccanesi».

A questo punto Gizzi, insieme al delegato Aversa, effettuò subito «un intervento studiato e meticoloso per creare un vero monumento ai caduti civili del bombardamento di San Pietro, con l'utilizzo dei pezzi originali della chiesa come base per alzare le lapidi, facendo emergere le parti migliori e più lavorate dei reperti in pietra. Inoltre, vennero ripulite lapidi e iscrizioni, rifatte con inchiostro apposito. Quindi, fu creato un vero monumento utilizzando in modo razionale tutti i pezzi originali, in passato buttati alla rinfusa, creando una sorta di primo piano visivo in pietra, con vari pezzi posti in modo regolare a sinistra e a destra del cippo centrale. Poiché non si trattava di un parcheggio - specifica l'ex assessore - ma dell'area sacra di una chiesa millenaria, che conserva sotto il livello del terreno le tombe di tante famiglie ceccanesi, fra cui i Bovieri, sul cippo centrale venne apposta un'antica croce artistica. La realizzazione del vero monumento ai caduti civili fu il primo atto concreto di valorizzazione del patrimonio pubblico posto in campo dall'Amministrazione Caligiore. È sorprendente - conclude Gizzi - che adesso venga ricordato il 1983 e che la vera realizzazione di questo monumento nel 2015, sia tranquillamente cancellata nelle ricostruzioni storiche di questi giorni. Per fortuna, restano le foto con lapidi illeggibili gettate a terra fra sporcizia ed erba. E le foto del vero monumento, che fu inaugurato dal sindaco Caligiore il 4 novembre 2015, benedetto dall'arciprete di San Giovanni Battista, don Paolo Della Peruta, alla presenza di tanti cittadini e parenti delle vittime del bombardamento».