C'erano i corrieri e i fornitori, i grossisti e gli spacciatori di prossimità. Erano in 29 e sono finite nel mirino dei carabinieri per lo spaccio di droga tra Frosinone, Ceccano, Ferentino, Morolo e Supino.

L'operazione, nome in codice "My friend", è approdata ieri davanti al gup del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante. Un'udienza servita a capire in quanti decideranno di ricorrere a un rito alternativo e chiudere anticipatamente la partita. Preso atto che uno dei 29 è tuttora latitante, hanno optato in quattro per il rito abbreviato, quindi, previo declassamento dell'accusa in ipotesi lieve di spaccio in nove hanno preannunciato il patteggiamento, mentre altri quattro beneficeranno della messa alla prova.

Il resto del gruppo, quindi altre 11 persone, affronterà il rito ordinario e la possibilità di andare a giudizio davanti al tribunale. L'operazione, condotta dai carabinieri, si era concentrata su un filone di spaccio con approvvigionamenti dall'Albania ma anche in Calabria.
Nel giugno del 2021 erano state eseguite 7 ordinanze di custodia in carcere, 10 agli arresti domiciliari, nonché applicati 3 divieti di dimora (2 da Frosinone, gli altri da Ferentino e Morolo) e 5 obblighi di firma.

Per tre persone la richiesta di misura non era stata accolta, mentre per una quarta la procura non l'aveva avanzata. Sono difesi dagli avvocati Angelo Bucci, Giuseppe Casini, Donatella Maria Ceccarelli, Tony Ceccarelli, Stefano Di Pietro, Mario Grieco, Marco Maietta, Valerio Meglio, Domenico Preziosa, Rosetta Rago, Giuseppe Spaziani, Luigi Tozzi e Giampiero Vellucci.

L'indagine è partita il 18 maggio 2019 da un'informazione confidenziale ricevuta da un assuntore di cocaina da parte dei carabinieri di Supino e del Norm di Frosinone. L'inchiesta ben presto si è estesa sullo spaccio nel capoluogo, a Ceccano, Morolo e Ferentino. Progressivamente sono stati identificati gli altri indagati, «tutti inseriti, a vario titolo - scriveva il gip - in un'ampia attività di spaccio di sostanze stupefacenti», cocaina, hashish e marijuana. Utilizzato un linguaggio criptico e anche sim intestate a terzi soggetti o le chat di whatsapp per sfuggire ai controlli.