I corrieri e i fornitori, i grossisti, gli spacciatori di prossimità. Erano questi i ruoli di un gruppo di 29 persone finite nel mirino dei carabinieri per lo spaccio di droga tra Frosinone, Ceccano, Ferentino, Morolo e Supino. L'operazione, nome in codice "My friend", si era concentrata su un filone di spaccio con approvvigionamenti dall'Albania ma anche in Calabria.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Samuel Amari, il gip del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante ha fissato per il 22 febbraio l'udienza preliminare. Visto l'alto numero di imputati, in considerazione dell'emergenza Covid, l'udienza si terrà nell'aula della Corte d'assise.

Nel giugno del 2021 i carabinieri della sezione operativa del Nucleo radiomobile di Frosinone avevano dato esecuzione a 7 custodie in carcere, 10 arresti domiciliari, 3 divieti di dimora (2 da Frosinone, gli altri da Ferentino e Morolo) e 5 obblighi di firma. Per tre persone la richiesta di misura non era stata accolta, mentre per una quarta la procura non l'aveva avanzata.
Il procuratore di Frosinone Antonio Guerriero, all'epoca degli arresti, evidenziò che «durante le investigazioni si è palesata la pericolosità dei destinatari delle misure, i quali con la loro fiorente attività, hanno generato un notevole allarme sociale nella città frusinate e nei comuni vicini».

L'11 febbraio dovranno comparire davanti al gup Loris Iannoni, 31 di Supino, Gualjot Isaj, 38 albanese di Frosinone, Giovanni De Luca, 50 di Frosinone, Ivano Lanzone, 41 anni di Castrovillari, Artan Cela, 46 albanese, di Frosinone (noto come il bulgaro Petar Gavazov), Francesco Marcoccia, 36 di Frosinone, Mariannina Micera, 66 di Frosinone, Rachid Nadif, 41 marocchino di Frosinone, Davide Mulazzi, 29 di Roma, Adriano Battista, 41 di Fondi, Ivan Cupido, 21 di Frosinone, Olsjion Koka, 35 albanese di Frosinone, latitante, Roberto Ciotoli, 28 di Ceccano, Stefano Marini, 24 di Arnara, Mattia Nobili, 29 di Torrice, Mariano Tiberia, 31 di Frosinone, Gianluca Arduini, 40 di Torrice, Maria Teresa Bauco, 29 di Veroli, Jessica Blasi, 37 di Alatri, Pino Cupido, 43 di Frosinone, Antonio Di Silvio, 75 di Frosinone, Romina Di Silvio, 37 di Frosinone, Sara Frasca, 23 di Ceccano, Giulio Giorgettini, 38 di Supino, Lidion Haxhiu, di 40 albanese residente a Sgurgola, Simone Minicilli, 40 di Supino, Luca Pinto, 39 di Frosinone, Sonia Patrizia Silvia Rotella, 47 di Frosinone, e Ivan Tempesta, 38 di Frosinone.

Sono difesi dagli avvocati Angelo Bucci, Giuseppe Casini, Donatella Maria Ceccarelli, Tony Ceccarelli, Marilena Colagiacomo, Stefano Di Pietro, Marco Maietta, Valerio Meglio, Domenico Preziosa, Rosetta Rago, Giuseppe Spaziani, Luigi Tozzi e Giampiero Vellucci. L'indagine è partita il 18 maggio 2019 a seguito dell'ascolto, da parte dei carabinieri di Supino e del Norm di Frosinone, di una persona che rivelava di far uso di cocaina. L'inchiesta poi si estendeva sullo spaccio nel capoluogo, a Ceccano, Morolo e Ferentino.
Progressivamente sono stati identificati gli altri indagati, «tutti inseriti, a vario titolo scriveva il gip in un'ampia attività di spaccio di sostanze stupefacenti», cocaina, hashish e marijuana. Utilizzato un linguaggio criptico e anche sim intestate a terzi soggetti o le chat di whatspapp per sfuggire ai controlli.