Lui A.T. trent'anni, lei M.B. ventisettenne, sono accusati in concorso di maltrattamenti di animali e resistenza a pubblico ufficiale, ma respingono le accuse. Sostengono che i gatti e i cani non li hanno abbandonati, ma lasciati in "custodia" alla sorella di lui.
Intanto sono finiti a processo e venerdì scorso c'è stata la prima udienza. Sono difesi dall'avvocato Antonio Ceccani.
I fatti risalgono allo scorso anno quando la coppia, marito e moglie, residente nella parte bassa della città termale si trasferisce a Subiaco per lavoro. Stando a quanto sostengono chiedono alla sorella di lui di prendersi cura dei loro cani e gatti durante la loro assenza e quindi anche dell'abitazione. Ma lei nega tutto, nega di avere le chiavi e di essere stata incaricata di prendere in custodia gli animali. Anzi, sempre stando a quanto ricostruito, proprio la sorella avrebbe contattato le guardie zoofile per denunciare l'abbandono degli animali che da giorni erano rinchiusi in casa.
E così è stato contattato il padrone. Quando la coppia è arrivata a casa ha dichiarato alle guardie che gli animali erano stati affidati alla sorella di lui. In quel contesto, sempre stando alle accuse, il trentenne alquanto alterato per quanto stava accadendo, si è scagliato contro le guardie. E così è scattata anche l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Stando a quanto trapelato tra fratello e sorella i rapporti si alternavano da momenti di tranquillità a momenti di tensioni e diverbi. La prossima udienza si terrà a gennaio 2022.