Da giorni abbiamo una certezza: il candidato vaccino anti Coronavirus prodotto dalla Irbm di Pomezia insieme all'università di Oxford è il più avanzato al mondo. Abbiamo posto alcune domande a Piero Di Lorenzo, presidente di Irbm, per sapere a che punto si trova la sperimentazione e se il futuro vaccino possa essere prodotto proprio a Pomezia.
La sperimentazione del candidato vaccino a cui stanno lavorando la Irbm e l'università di Oxford è iniziata da alcuni mesi: ci sono già dei primi risultati rispetto ai test eseguiti?
«Sono in corso i test sperimentali di fase 3 in Inghilterra e in Brasile su 10.000 volontari. Per evitare che il calo dei contagiati in Europa possa mettere in discussione la realizzazione della fase 3 e per dare una maggiore affidabilità ai test clinici stanno per cominciare i test in Sud Africa e Zaire. A fine giugno verranno pubblicati i risultati della fase 1; a fine settembre sono previsti quelli di fase 3».
In tanti stanno sperando di avere quanto prima un vaccino per sconfiggere definitivamente il nuovo Coronavirus. È possibile ipotizzare delle tempistiche per le prime somministrazioni?
«Se il candidato vaccino si dimostrerà efficace nelle sperimentazioni di fase 3, la cui fine è prevista per settembre, è prevedibile che già nell'inverno ci possa essere la vaccinazione delle categorie maggiormente a rischio, come personale sanitario e forze dell'ordine e a seguire, poi, le categorie di cittadini più fragili».
Nei giorni scorsi il presidente di AstraZeneca Italia ha aperto alla possibilità di produrre il vaccino destinato all'Europa proprio nei laboratori della Irbm di Pomezia. L'azienda è pronta?
«Sono tuttora in corso gli approfondimenti sulle azioni da intraprendere: alla fine dell'istruttoria si deciderà di comune accordo con AstraZeneca e Oxford University il ruolo specifico di Advent/Irbm per quanto riguarda la produzione e l'attività di controllo dei lotti prodotti in altri siti. Ciò perché Advent e Irbm sono centri di ricerca e non siti di produzione: nel caso di una epidemia così pericolosa, però, come già si decise per il vaccino anti Ebola, Advent/Irbm possono decidere di far partire nei propri laboratori Gmp una produzione su vasta scala di milioni di dosi per la quale sono attrezzate».