Spazio satira
Colleferro
14.09.2025 - 08:48
Il sindaco di Colleferro
«Grazie a tutti, che sia occasione di riflessione. Non voglio soffermarmi sulla mia vicissitudine personale che poco incide, bensì sulla condizione nazionale dei sindaci i quali, da eroi, al pari del personale sanitario durante la pandemia, sono tornati ad essere oggi carne da cannone, bersaglio dell’odio social e della rabbia reale». Inizia con queste parole il commento sul suo profilo social, del sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, aggredito mercoledì scorso in Comune, durante una riunione di Giunta. Denunciato dai carabinieri un quarantenne di Colleferro per minacce e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio.
«Prima di tutto ringrazio ognuno per la vicinanza che mi è stata dimostrata. Sto bene anche perché non sono e non mi sono sentito solo, ma al contrario ho percepito lo “stringimento a coorte” di una vastissima rete di amici, colleghi, conoscenti. A tanti ho risposto che sono “cose che capitano ai sindaci” perché così è, ogni giorno ed anche se non dovrebbe essere. La prima interfaccia dello Stato coi cittadini si sa, sono i comuni, i sindaci che sono anche gli ultimi ad essere scelti ed eletti davvero dal popolo (assieme ai presidenti e consiglieri regionali). La condizione dei sindaci però e precaria in tutti i sensi, senza sicurezza, senza contributi Inps, senza tredicesima, orari, ferie, assicurazione. Questo riguarda tutti i sindaci, ad di la del colore politico e perdura da tempo, al di la dei governi. Qualcosa è stato fatto ma pochino. Abbiamo scelto questa trincea e siamo stati scelti, a nostra volta, per guidare gli altri verso i nemici storici che appunto rimangono la diseguaglianza e la prepotenza di chi vuole violare le norme alzando i toni o altro. L’onestà e la legalità, la giustizia sociale ed il miglioramento della qualità della vita sono il nostro stendardo e difendendolo, non facciamo altro che il nostro dovere. Un nuovo senso del dovere sta nascendo in Italia, sarà utile a salvare il Paese. È quello che cresce dal basso, dagli enti locali appunto, e porta il nostro popolo con tutte le sue comunità locali ad edificare una società nuova, coraggiosa e solidale, come quella di un tempo, i cui valori non sono spenti ma covano come la brace sotto la cenere. Non mettano le mani nella cenere coloro i quali pensano che tutto sia spento e che nessuna reazione ci sarà, perché rimarranno scottati. In Italia la brava gente è e rimarrà la maggioranza, sindaci in testa».
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