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La storia

Minacciata e drogata. Volevano sfregiarla con l'acido

Il tempestivo intervento della polizia due anni fa salvò una ventinovenne romena residente a Ceccano. Era stata minacciata e drogata per costringerla a tornare a prostituirsi. Il 24 ottobre il processo per 4 stranieri

tribunale frosinone

Il tribunale di Frosinone

Una giovane romena, residente a Ceccano, è stata messa in salvo dagli investigatori durante un’operazione sulla prostituzione sull’asse attrezzato nel 2023. La vittima ha rischiato di essere sfigurata con l’acido. Tre donne e quattro uomini, di cui sei di nazionalità straniera, tra i 54 anni e i 27 anni, devono rispondere, a vario titolo, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, minacce, lesioni, estorsione, ricettazione e utilizzo e somministrazione di farmaci o sostanze stupefacenti per alterare le prestazioni e i comportamenti. Imputati quattro romeni, uno residente a Supino, due a Ferentino e una donna a Veroli, un albanese residente in Campania ad Acerra, una donna nata in Georgia e residente a Caserta e un’altra donna residente a Patrica. Quattro imputati sono stati rinviati a giudizio; l’udienza il 24 ottobre. Un altro imputato ha scelto di patteggiare la pena, mentre due sono irreperibili.

I fatti
Minacciata e drogata una ventinovenne. Le avrebbero somministrato, a sua insaputa, delle benzodiazepine, per cercare di costringerla a tornare a prostituirsi. I fatti contestati vanno dal 2018 al 2023. Un quarantaduenne romeno, che ha scelto il patteggiamento, residente a Ferentino, avrebbe aggredito la vittima costringendola a tornare a prostituirsi per lui, tagliandole anche le gomme dell’auto. Ogni volta che la incontrava la minacciava e tentava di picchiarla. Avrebbe paventato inoltre l’esistenza di alcune persone pronte a incendiarle l’auto e che si erano fermate solo grazie al suo intervento. Un modo questo, secondo le accuse, per indurre la donna a prostituirsi per lui e a ritirare la denuncia che aveva presentato nei suoi confronti. Ma la vittima non è caduta nella trappola, così il quarantaduenne, sempre stando alle accuse, ha deciso di mettere in pratica il piano di sfigurarla con l’acido. Si è incontrato con un connazionale che vive ad Alatri per pianificare le modalità sia dell’azione e sia della fuga all’estero, oltre a trovare un alibi. A febbraio di due anni fa ha chiesto alla trentaduenne residente a Veroli di aiutarlo a somministrare alla vittima una sostanza stupefacente per renderla inoffensiva e sfigurarla. La polizia, temendo per le condizioni della donna, è intervenuta per interrompere la condotta criminosa, soccorrendo la vittima ed evitando che venisse sfigurata. Il quarantaduenne è poi accusato, insieme a un trentacinquenne suo connazionale, residente a Ferentino e al ventisettenne domiciliato a Supino, di aver, nel corso del periodo monitorato dalle forze di polizia, favorito e sfruttato la prostituzione di diverse donne. Le vittime sono una decina, tutte straniere, tra i 27 e i 47 anni, Un quarantaduenne residente ad Acerra avrebbe, invece, indotto con violenza e minaccia, sottraendole il passaporto, una giovane a prostituirsi prima a Napoli e successivamente a Frosinone, consegnandola a una ventinovenne nata in Georgia alla quale la vittima doveva consegnare i soldi proventi del meretricio. L’altra indagata, residente a Patrica, è accusata di aver sfruttato la prostituzione di due giovani consegnando loro un camper dove le stesse potevano esercitare il meretricio a 90 euro al giorno. Nel collegio difensivo gli avvocati Antonio Ceccani, Luigi Tozzi, Marco Maietta, Pietro Polidori e Giovanni Liburdi.

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