Spazio satira
Cassino
09.05.2025 - 10:30
Il messaggio è arrivato, di questo gli inquirenti non hanno dubbi. Non c’era la volontà di uccidere ma di consegnare un avviso ben preciso: i due colpi esplosi contro un’Audi posteggiata in un cortile interno di una zona residenziale di Cassino raccontano almeno due cose. La prima è che si è tornati a usare le armi per affermare la propria posizione, così come era avvenuto la prima volta con “La Storia infinita”, vero spartiacque nella storia criminale locale. La seconda, non meno importante, che esattamente come ad Aprilia e a Ostia il livello si è alzato: attentati incendiari e colpi esplosi per avvertire, in un contesto dove si è sempre privilegiato il profilo basso per evitare di attirare troppe attenzioni. Quando questo accade - quasi sempre - vuol dire che gli equilibri stanno cambiando. Dall’intimidazione per questioni personali, all’imposizione nel grosso mercato della droga, fino allo scambio di persona: nessuna pista è esclusa. Al momento non risultano feriti: ecco l’ipotesi di un messaggio ben assestato e non già la volontà di uccidere. Gli investigatori del Commissariato stanno lavorando senza sosta e a testa bassa: bocche cucite. L’unico elemento trapelato sarebbe relativo a un dato temporale: i colpi non sarebbero “freschi” ma di almeno alcuni mesi. Potrebbero avere una connessione con le bombe carta di maggio del 2024 o con l’ultimo attentato incendiario alla Malfa? Solo le indagini, che vanno avanti nel più stretto riserbo, potranno offrire una risposta. A giugno del 2019 altri colpi di pistola vennero esplosi in una notte estiva a San Bartolomeo, in quel caso per questioni legate alla droga. Una porta incendiata e altri episodi prima dell’esplosione di numerosi colpi di pistola: dietro quella violenza, “l’odore” del mercato degli stupefacenti. Due i fermi.
La prima volta che Cassino si è svegliata con colpi di pistola esplosi in pieno centro, mettendo a rischio la pubblica incolumità, risale proprio al periodo in cui stava maturando la maxi inchiesta “La Storia Infinita”, nel 2015: è la prima volta che in città vengono utilizzati metodi tanto cruenti, con l’uso delle armi contro chi aveva deciso di “uscire dal giro” e far saltare gli equilibri nella gestione della piazza locale dello spaccio. Uno spartiacque nel modo di concepire il radicamento delle compagini criminali e anche il loro spessore. Non è un caso che sia il primo in cui viene contestato il metodo mafioso, con i sostituti procuratori della Dda in campo.
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