Per Imu e Tasi, la scadenza della doppia tassa sulla casa del 16 dicembre è ormai prossima. Tante le novità previste con la manovra 2020, ma per pagare la seconda rata di Imu e Tasi 2019 si applicheranno le regole attualmente in vigore, alle quali si aggiungono le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2019.

La legge finanziaria di quest'anno ha infatti fatto venire meno il blocco delle aliquote Imu e Tasi, così come degli altri tributi locali (addizionali) da parte dei Comuni. Data la possibilità dei Municipi di rivedere le aliquote è probabile che si verificheranno aumenti nel pagamento dell'imposta sulla casa.

Con la legge di Bilancio 2020 si dice addio alla Tasi e si dà il benvenuto ad una nuova Imposta Municipale Unica che accorperà i due tributi. La tassa unica sulla casa, presente nel testo della legge di Bilancio, attende il via libera definitivo. L'aliquota base della nuova Imu sarà alzata di un punto: si passa dall'attuale 7,6 per mille all'8,6 per mille. I sindaci potranno decidere se alzare ancora di più l'aliquota base sino ad un massimo di due punti, giungendo al limite del 10,6 per mille. Soltanto per il 2020 i Comuni che lo avevano già deliberato potranno aggiungere uno 0,8 (fino ad un massimo dell'11,4 per mille). Con delibera comunale le fasce tricolori hanno anche il potere di ridurre l'Imu o addirittura di azzerarla.
Via invece la Tasi: il gettito convergerà nella nuova Imu. Il tributo sarà a carico del proprietario. Non dovranno far fronte al pagamento dell'imposta gli inquilini affittuari e i comodatari. Resta confermata l'esclusione dal tributo delle abitazioni principali. Invariato pure il divieto di usufruire dell'esclusione dall'Imu per due immobili nel caso i due coniugi vi risiedano ma l'ubicazione dei cespiti risulti nello stesso Comune. Per prima casa si intende l'immobile, registrato o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, in cui il possessore e i membri della sua famiglia dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Le ville, le abitazioni signorili e le case storiche risultano sempre assoggettate all'Imu (categorie catastali A/1, A/8, A/9) come già in passato.

L'aliquota standard passa dal 4 al 5 per mille. I Comuni sono però tenuti ad aumentarla o ridurla fino ad un punto percentuale. Può arrivare a 4 o salire al 6 per mille.
Inoltre i contribuenti potranno sempre beneficiare della detrazione di 200 euro. Per quanto riguarda gli immobili strumentali (imprese e attività autonome), l'Imu potrà andare in deduzione per il 50% per il 2019. Il Decreto Legislativo numero 34 del 2019 annuncia un aumento graduale della percentuale di deducibilità nel tempo: la misura della deducibilità è al 60% per il 2020 e 2021. Con la bozza della legge di Bilancio 2020, inoltre, viene revocata la deducibilità del 70% prevista per il 2022.

Le scadenze per i versamenti restano invariate. Scadenza 16 giugno per l'acconto per la nuova Imu 2020 e scadenza 16 dicembre per il saldo nuova Imu 2020. Per calcolare l'imposta occorrono i seguenti elementi: rendita catastale, categoria catastale e tipo di immobile e coefficiente attributo all'immobile. Il valore della rendita catastale, che va rivalutato al 5%, è presente sul contratto di acquisto dell'appartamento (rogito notarile). Per calcolare la base imponibile la formula è: rendita catastale rivalutata al 5%, moltiplicata per il relativo coefficiente che varia in base al tipo di immobile.