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Veroli

Innovazione e sostenibilità all'Ini Città Bianca

Ieri il congresso sull’approccio multidisciplinare nelle patologie croniche. Il presidente Cristopher Faroni ha portato i saluti alle autorità e ai numerosi professionisti presenti

Approfondire una serie di strategie finalizzate a favorire l’implementazione di protocolli condivisi sia in fase diagnostica che di follow-up, oltre a costruire una rete di collegamenti tra docenti universitari, medici specialisti, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, odontoiatri specialisti, operatori delle professioni sanitarie impegnati nella cura di questo tipo di pazienti. È lo scopo del congresso nazionale multidisciplinare che ha visto ieri numerosi professionisti, arrivati da molte regioni d’Italia, partecipare ai lavori nell’auditorum “Carmine Romaniello” all’Ini Città Bianca di Veroli.

A portare i saluti ai presenti, tra cui autorità politiche, militari e religiose, è stato il presidente del Gruppo Ini, Cristopher Faroni. Ad illustrare gli obiettivi del congresso i due presidenti, la professoressa Annalisa Noce e il dottore Michele Basilicata. Prima dell’inizio dei lavori è stato ricordato anche l’indimenticato dottore Carmine Romaniello «che ci ha sostenuto fin dall’inizio e a cui è intitolato questo auditorium», ha ricordato il dottore Basilicata. “Approccio multidisciplinare nelle patologie croniche: cura, innovazione e sostenibilità”, il titolo del secondo congresso di ieri all’Ini Città Bianca.

«Un convegno sugli studi delle equipe multidisciplinari dell’analisi del paziente - ha sottolineato il presidente Faroni - La vocazione formativa di Città Bianca è proprio dai suoi albori; ricordiamoci che questa struttura prima di diventare clinica era un centro di formazione per i sacerdoti. Quindi la vocazione di Città Bianca prosegue negli anni. Siamo diventati Università per quello che riguarda la formazione dei fisioterapisti ed è un grande vanto aver riportato in Ciociaria un corso universitario. Mi piace tantissimo che siamo arrivati per il secondo anno a questo traguardo; parlare di un tema molto attuale nella sanità, ovvero quello di superare gli individualismi dei singoli professionisti e arrivare a trattare, ad analizzare le patologie dei pazienti tramite delle equipe di personale, cioé delle equipe multidisciplinari che possono portare ciascuno, per il proprio tipo di specializzazione, una maggior precisione alla diagnosi che viene data al paziente e soprattutto anche una maggiore velocità nel rilascio della diagnosi, evitando tanti consulti, seconde analisi, viaggi della speranza. Più noi, quindi, riusciamo a trattare il paziente anche utilizzando tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, che prevede di vedere cosa stanno facendo gli altri, cosa hanno fatti gli altri su queste patologie, più saremo veloci e precisi e potremmo dare il nostro contributo nel cercare di smaltire queste grandi liste d’attesa che ci sono nella sanità e su cui devo dire la Regione sta facendo veramente passi da gigante».

La professoressa Noce ha ribadito il fatto che rispetto al primo convegno, quest’anno è stato portato all’attenzione un nuovo concetto, quello della sostenibilità «perché un pianeta sano ha un impatto favorevole anche sull’uomo e direttamente incide sulla salute dell’individuo. Quindi è di fondamentale rilevanza ritornare a quelle che sono le vecchie abitudini alimentari e ridurre al minimo l’uso di alimenti ultraprocessati che hanno un impatto negativo sia sul pianeta che sulla salute dell’uomo, perché si associa un incremento delle patologie cronico degenerative non trasmissibili. Nonostante, quindi, ci sia stato un allungamento della vita media, si è ridotta notevolmente negli ultimi anni la qualità di vita. Pertanto il nostro obiettivo è quello di far capire, sì a una vita media piu lunga, ma anche una qualità di vita maggiore in cui l’approccio multidisciplinare è di fondamentale rilevanza».

Soddisfatto della seconda edizione del congresso anche il dottore Basilicata. «C’è stata una grande partecipazione e ci stiamo organizzando anche per il terzo congresso con il Gruppo Ini e insieme all’Università Tor Vergata di Roma. Sono contento perché riusciamo a coinvolgere anche gli studenti, che sono gli adulti del domani. È importante lasciare messaggi di innovazione per le loro future carriere».

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