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La Forneria di nonna Mirella

Lascio la città e cambio vita. La storia di Federico e Valentina

Moglie e marito da Roma si sono trasferiti a Jenne. Hanno riaperto un antico forno nel cuore del paese. E oggi le loro delizie arrivano in tutto il mondo

Moglie e marito, entrambi laureati, abbandonano Roma, il lavoro in due importanti società e si traferiscono a Jenne, paesino in provincia di Roma, nel cuore del Parco regionale dei Monti Simbruini e a qualche chilometro da Trevi nel Lazio, dove riattivano un antico forno, ristrutturato dal Comune, e cominciano a produrre biscotti, pane, pizza e dolci.

Il motivo principale che ha spinto i quarantacinquenni Federico e la moglie Valentina a fare questa scelta, che ha coinvolto anche i figli Matteo e Adele, è stata sicuramente la pandemia. In quel periodo, infatti, tutti i componenti della famiglia contrassero il Covid in maniera piuttosto importante tanto da decidere dopo averlo, fortunatamente, sconfitto di cambiare totalmente vita accantonando, entrambi, la laurea in ingegneria biomedica e il lavoro che sia lui sia la moglie Valentina si erano conquistati grazie alle loro capacità manageriali in due importanti società.

Il passaggio, dalla decisione al trasferimento a Jenne è repentino e deciso tanto da non dare adito a ripensamenti. La famiglia si trasferisce nel paese dell'alta valle dell'Aniene, paese di Mirella, mamma di Federico, che rispolvera le antiche ricette custodite in qualche cassetto delle credenze di legno massello che ancora oggi si trovano in questi paesi montani dove il tempo è scandito dal suono delle campane che riecheggiano per tutta la vallata ed accompagnano i passi lenti, ma non affaticati, della gente del posto che tra una chiacchiera e un'altra vive con la consapevolezza che lo scorrere del tempo fa apprezzare ancor di più questi paradisi dove il silenzio si confonde con i dialoghi sottovoce e gli schiamazzi innocenti dei bambini che già da piccoli "fanno piazza" nel senso più sociale del termine.

La giovane coppia riattiva l'antico forno dove Mirella passava molto tempo e che era un punto di ritrovo importante per gli abitanti, dove si socializzava, dove, tra un'infornata e un'altra, si raccontava la vita del paese immersi nel profumo del pane appena cotto che si propagava per le viuzze confondendosi con altri sapori e i tanti colori che solo questa natura incontaminata può regalare. In questo quadro fiabesco ecco la famiglia di Federico Massimi catapultatasi a Jenne tra paure e progetti da sviluppare e realizzare dopo aver intrapreso questa nuova attività.

Un'avventura al buio ma che a quanto sembra sta cominciando a dare i frutti. «Abbiamo scelto di produrre – dicono con soddisfazione Federico Massimi e la moglie Valentina – dove tutto è nato e dove si respira la storia, una scelta anche di vita per crescere i nostri figli in un luogo salubre e dove si possa dare il giusto valore al tempo. Qualcuno diceva back to the roots (ritorno alle origini, ndr), sarà forse per questo che abbiamo deciso di fare una scelta che poteva sembrare insensata. Sarà una sfida imprenditoriale per dimostrare come si possa tornare ad investire in luoghi che hanno visto un sempre maggiore spopolamento verso le grandi città e come si possano sfruttare le tecnologie digitali dei nostri tempi per trasformare la tradizione in evoluzione».

E allora ecco il pane, la pizza, dolci e soprattutto i biscotti della "Forneria di nonna Mirella", il cui profumo si espande con delicatezza dal comignolo del forno nell'aria di Jenne mentre nella piazzetta i figli Adele e Matteo, che vanno a scuola a Subiaco tutte le mattine con il pulmino comunale,  giocano a pallone con altri bambini, integrati perfettamente nel tessuto sociale del paese. Intanto Federico e Valentina sfornano prelibatezze che mai fino a qualche anno fa avrebbero pensato di produrre. Da qualche mese i prodotti della "Forneria di nonna Mirella" si possono trovare, oltre che a Jenne, in qualche negozio di Roma mentre le richieste d'acquisto on line arrivano da tutta Italia e da gran parte del mondo. Che dire: bravi e coraggiosi.

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