Spazio satira
L'intervista
20.06.2023 - 21:00
Ciociaria Oggi incontra "Insieme Alatri", un'associazione che, seppur nata da un interesse localizzato, ha per oggetto aggregante principi che dovrebbero essere universalmente valorizzati e sostenuti. Per saperne di più abbiamo parlato con la presidente Sandra Frioni e il vicepresidente Gianni Ricciotti.
Sandra, quando nasce "Insieme Alatri"?
«Nasce nel 2001 quando un gruppo di genitori di Alatri decide di creare un ente che fosse il punto di riferimento per le persone con disabilità. Ovviamente l'azione dell'associazione è mirata ai ragazzi e alle famiglie, ma cerca di coinvolgere anche persone esterne, in una prospettiva di inclusione e arricchimento umano. Dopo un periodo di stasi di qualche anno, nel 2012 riprende vigore grazie a un nuovo gruppo di persone e a un nuovo direttivo, ampliando gli obiettivi e spingendosi fuori dal territorio di Alatri, interessando anche i paesi limitrofi».
Quali sono le attività nelle quali sono coinvolte le persone associate?
«Le attività consistono sempre in progetti a termine, coinvolgono volontari con diverse competenze e si concretizzano in corsi di cucina, informatica, ballo, sport, teatro. Vengono poi svolti seminari e corsi di formazione, meeting con famiglie del territorio nazionale, conferenze e convegni. La cosa più importante è che ogni progetto preveda iniziative di inclusione, che coinvolga ragazzi con e senza disabilità operando quindi non una ghettizzazione ma una rete di relazioni che garantisca un seguito alle iniziative».
Questa programmazione si è evoluta con il tempo…
«Sì. Ogni anno l'esperienza, l'incremento dei volontari e l'estensione delle competenze ci hanno permesso di giungere a una programmazione di più lungo termine, garantendo agli associati tirocini formativi molto vicini al concetto di lavoro. Da novembre 2022 abbiamo cominciato, poi, a progettare una cittadella sociale sul modello dell'albergo etico, forma di ricettività ormai diffusa in molte città italiane. I ragazzi coinvolti in questo progetto, di un'età compresa tra i 17 e i 45 anni, hanno poi fatto da traino per i ragazzi più piccoli. Infatti l'obiettivo principale della cittadella sociale, cioè rendere autonome le persone con disabilità, non può essere un obiettivo riservato solo agli adulti».
Gianni, ci parli della costruenda cittadella sociale…
«Abbiamo individuato come ambiente adatto alla realizzazione di questo progetto l'Ostello delle Fraschette, un posto da anni abbandonato, di proprietà del Demanio. Il luogo potrebbe ospitare sia la nostra associazione, sia la struttura ricettiva che desidereremmo creare, sia altre attività sociali locali».
Che cosa manca all'associazione per affermarsi definitivamente nel contesto sociale locale?
«"Insieme Alatri" ha tanti ingredienti per mettersi in gioco, motivazione, obiettivi, impegno, volontari, energie e determinazione, quello che manca, purtroppo, è il supporto delle istituzioni nella realizzazione dei progetti. Riceviamo dalle autorità locali sempre tanti complimenti per quello che facciamo, è gratificante, ma non basta, abbiamo bisogno di aiuto per superare la burocrazia. Nel caso di un'associazione senza scopo di lucro, è propria questa brutta istituzione che non permette il superamento degli ostacoli».
Ci risulta che l'associazione abbia qualche problema anche con la sede…
«Dopo dodici anni dobbiamo liberare i locali che ci hanno ospitato e che effettivamente erano un abito che calzava a pennello alle nostre attività. Ora siamo un po' nomadi, stiamo cercando una sede e, come le ho detto prima, speriamo di trovarla nei locali dell'ostello delle Fraschette. Abbiamo l'uso di una casa al centro storico di Alatri, donataci da Concetta Graziani, ma non è semplice accedervi per i ragazzi con difficoltà motorie».
Quali sono i sogni dei ragazzi?
«Indubbiamente ciò che desiderano i ragazzi è anche il nostro sogno. Ovviamente, al di là dello scopo istituzionale dell'associazione (l'autonomia anche oltre la famiglia, ndr) e al di là della ricerca della nuova sede, ciò che preme è la realizzazione della "normalità", cioè il soddisfacimento del quotidiano, di piccole cose che per i disabili si trasformano in montagne da scalare. Trovare un lavoro, creare una famiglia, studiare e, le sembrerà strano, anche aiutare le persone meno fortunate. E già, perché i disabili che frequentano "Insieme Alatri" hanno un grande cuore e cercano di mettere a disposizione dei meno fortunati la loro esperienza».
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