Spazio satira
21.04.2017 - 21:00
Chiunque si sia cimentato almeno una volta nella vita in quel magico processo che è la scrittura creativa, conserverà di certo un racconto, una raccolta o magari un romanzo nel cassetto. Inviarlo alle maggiori case editrici non è sufficiente: il materiale che ricevono è talmente grande da non poterlo neanche prendere in considerazione, nella maggior parte dei casi.
Ma se volete un parere onesto, professionale e competente, è il caso che vi rivolgiate all'agenzia letteraria "Riscrivimi", creata nel 2009 dal cepranese Giuseppe Palladino. Lui saprà guidarvi con coscienza e disponibilità nell'intricata giungla dell'editoria, e non solo.
Giuseppe, ci spieghi di preciso cosa fa un'agenzia letteraria?
«È un ponte fra lo scrittore e l'editore. Poniamo il caso che una persona abbia un manoscritto nel cassetto e desideri pubblicarlo. Tra le opzioni che ha di fronte, c'è quella – che consiglio vivamente – di rivolgersi a un'agenzia letteraria, che valuta il testo, ne analizza il potenziale e mette in rilievo punti deboli e punti di forza, affinché si possa intraprendere con l'autore un percorso in grado di condurre l'opera alla migliore stesura. Solo a quel punto l'agente inizia a sottoporre il manoscritto alle case editrici che ritiene idonee».
Quali sono i passaggi che portano alla pubblicazione di un libro?
«Non c'è uno schema preciso. Posso dire, in linea teorica, quale sarebbe il percorso ideale. Anzitutto far analizzare il manoscritto a un professionista e, se necessario, sottoporlo a un editing che ne esalti le potenzialità e lo renda appetibile su un mercato assolutamente saturo. Poi chiedere l'intermediazione di un agente che sappia a chi rivolgersi per trovare al romanzo una collocazione dignitosa, in grado di ripagare l'autore degli sforzi fatti. Una volta in casa editrice, il testo viene sottoposto a un ulteriore percorso di correzione. Un giro di bozze, poi l'impaginazione e quindi la stampa».
Che cos'è l'editing?
«È un lavoro molto profondo sul testo, che riparte dall'analisi dello scheletro, dei tre atti strutturali e del sistema dei personaggi. Una vera e propria vivisezione dell'opera, capace di registrarne gli equilibri e dare uniformità allo stile. Ovviamente non parliamo di un discorso unilaterale bensì di un lavoro aperto, in cui lo scrittore deve comunque "ritrovarsi" e percepire come la sua opera abbia acquistato valore, mantenendo un'identità incorruttibile».
Da quanto tempo fai questo lavoro?
«Faccio l'editor dal 2007. Dopo la laurea in Lettere e un'esperienza in RaiNews24, sono stato assunto dal gruppo editoriale Albatros, e ho lavorato per loro circa sette anni. Lì ho avuto modo di conoscere a fondo il mondo dell'editoria e di seguire l'intero percorso di stampa di un testo. A un certo punto ho sentito l'esigenza di lavorare in proprio, e ho cominciato, da editor free lance, a collaborare con tante altre case editrici e studi editoriali. Inoltre, nel 2011, ho condotto in radio la trasmissione d'intratteni - mento letterario Riscrivimi legge. Perché, infatti, nel frattempo era nata l'agenzia che adesso dirigo. Riscrivimi si occupa di analisi e valutazione del potenziale dei manoscritti, editing e rappresentanza editoriale».
In media, quanti manoscritti leggi in un anno?
«Un numero impressionante, anche perché in agenzia forniamo il servizio di prima lettura gratuita. Volendo fare una stima, sicuramente più di 200 manoscritti l'anno, cui bisogna aggiungere i libri che leggo per passione».
Un consiglio per gli aspiranti scrittori?
«Non lanciarsi da soli nella giungla del mercato editoriale. Senza il supporto di un professionista, si rischia di "bruciare" il proprio lavoro, accettando proposte poco dignitose o non in grado di esaltare l'opera. È necessario poi far sempre analizzare il proprio scritto ad un addetto ai lavori. Consiglio inoltre di rivolgersi a un bravo editor prima d'inviare il romanzo a una casa editrice: le scrivanie degli editori sono piene di manoscritti. Se un autore è fortunato otterrà pochi minuti di considerazione. Se non riuscirà a catturare la loro attenzione, avrà perso un'occasione forse irripetibile».
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