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La proposta

Emergenza coronavirus, servono più posti in terapia intensiva: il pressing dei sindaci

I primi cittadini si uniscono alla richiesta di Ottaviani. Riconversione immediata di una quota delle cliniche private e dei reparti ospedalieri recentemente dismessi

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani è stato promotore, insieme ai primi cittadini dei capoluoghi del Lazio, Damiano Coletta (Latina), Giovanni Arena (Viterbo) e Antonio Cicchetti (Rieti), della proposta per rendere obbligatoria la destinazione ovvero la riconversione immediata, in reparti di terapia intensiva, di una quota delle cliniche private e dei reparti ospedalieri di piccole dimensioni, recentemente dismessi, nelle province del Lazio.

La richiesta è stata resa formale e sottoscritta, dunque, dai sindaci dei capoluoghi nella qualità di presidenti delle conferenze locali della sanità. Proposta inoltrata al presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, oltre che al presidente e al vicepresidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti e Daniele Leodori, e all'assessore regionale alla sanità Alessio Amato.
Ottaviani, Coletta, Arena e Cicchetti sottolineano: «Sul Lazio, per ora, non si registrano ancora i numeri della Lombardia e, allora, il tempo utile può costituire un valido alleato per agire, con decisione e convinzione. Muovendoci in fretta, dunque, su tutto il Lazio, tra intensiva e sub intensiva, pur con i riverberi e le criticità del caso, possiamo moltiplicare per 4 o per 5 i letti dedicati all'emergenza Covid-19 o alla rianimazione, in senso stretto».

Nella proposta si chiedono mille posti di terapia intensiva in più nel Lazio per i pazienti Covid-19. Cento dei quali in provincia di Frosinone. Nei giorni scorsi Nicola Ottaviani era stato chiaro, chiedendo alla Regione Lazio provvedimenti autorativi in questo senso. Senza cioè contrattazione.

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