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Il dibattito

Elezioni politiche, decidono i leader. Ma dietro le quinte sgomitano tutti

Spazi più stretti, ma non per tutti. Si vota il 25 settembre e il 21 e il 22 agosto si presentano le liste. Il ruolo degli uscenti e gli equilibri da gestire

In Italia la politica si declina al condizionale. Perché mancano le certezze, perché i protagonisti preferiscono non esporsi, perché i colpi di scena sono all'ordine del giorno. Ma soprattutto perché le variabili e le incognite non mancano mai. Figuriamoci in una fase come questa: si vota il 25 settembre e il 21 e 22 agosto dovranno essere presentate le liste e i candidati. Siccome però per Camera e Senato decidono i leader nazionali, nessuno si sbilancia più di tanto. Anche perché bisognerà vedere come si evolveranno alcune situazioni in itinere: nel centrodestra per esempio, ma pure sul versante delle alleanze del Partito Democratico. E naturalmente all'interno del Movimento Cinque Stelle.

Nel frattempo però le riunioni si stano moltiplicando. Qualche sera fa ce n'è stata una, in videoconferenza, all'interno di Forza Italia. Presenti sia il coordinatore nazionale Antonio Tajani che quello regionale Claudio Fazzone. Gli "azzurri" stanno valutando la situazione attentamente in ogni singolo collegio. L'intenzione è quella di studiare pure opzioni locali. C'è da fare i conti però, e il discorso vale per tutti, con gli spazi ristretti a disposizione dopo il taglio di 345 seggi. I collegi uninominali della Ciociaria sono tre: il Senato (insieme a Latina), la Camera Frosinone-Sora (60 Comuni), la Camera Terracina-Cassino (dove è prevalente la provincia pontina). Nel proporzionale non va meglio. Anzi. Alla Camera collegio del Basso Lazio, al Senato ci sono Viterbo e Guidonia-Montecelio. I fattori da tenere presenti sono molteplici: alternanza uomo-donna, equilibri territoriali tra Frosinone e Latina, rapporti di forza all'interno della coalizioni.

Garanzia di ricandidatura per i senatori Massimo Ruspandini (Fratelli d'Italia) e Claudio Fazzone (Forza Italia) e per il deputato Claudio Durigon (Lega). Bisognerà però vedere dove tra maggioritario e proporzionale, oltre che tra Senato e Camera. Spetterà ai referenti regionali avanzare schemi e proposte, poi la sintesi verrà trovata sul tavolo nazionale. Dai leader. Ilaria Fontana (Movimento Cinque Stelle) confida di poter avere una candidatura eleggibile nel proporzionale. Senza l'alleanza con il Pd, per i pentastellati i collegi maggioritari sono una specie di "mission impossible". Per il resto il rischio maggiore è quello dei "paracadutati", vale a dire degli esponenti di altri territori candidati nei collegi maggioritari o proporzionali. In passato in Ciociaria è successo spesso. E adesso esiste la necessità di provare a blindare alcuni big. Anche se sta emergendo pure un'esigenza diversa, specialmente per i maggioritari: provare a mettere in campo candidati radicati nei territori.

Non resta che attendere. Nella Lega sta circolando molto il nome del coordinatore provinciale ed ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Nel 2018 nel collegio della Camera di Frosinone il Carroccio schierò ed elesse Francesco Zicchieri, che però nel frattempo è uscito dal partito. Nel ventaglio delle opzioni possibili potrebbe esserci pure quella di una candidatura di Ottaviani nel collegio della Camera di Frosinone-Sora. Possibile "incrocio" con Francesco De Angelis (Pd)? Scenario suggestivo sicuramente, ma tutto da verificare. In realtà De Angelis punta ad una designazione nel proporzionale. Non è semplice però considerando che nel Lazio i Democrat hanno tanti pezzi da novanta. Sarà una partita a scacchi. Bisognerà vedere anche il ruolo del segretario regionale del partito Bruno Astorre, chiamato alla composizione del puzzle. Ormai certa la candidatura di Nicola Zingaretti in un collegio blindato del Senato. Da Governatore si dimetterà dopo l'elezione. Il che vuol dire che nel Lazio si voterà a gennaio. Ma questa è un'altra partita.

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