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L'intervista

Riccardo Mastrangeli: «Decoro urbano e grandi opere. Ecco la mia Frosinone»

Il nuovo sindaco Riccardo Mastrangeli commenta il successo e lancia le sfide per il futuro. La nuova giunta e i progetti per il capoluogo

Il solito stile impeccabile, l'aplomb molto british che lo contraddistingue e l'aria serafica dell'uomo navigato. Riccardo Mastrangeli, da poche ore, è diventato sindaco di Frosinone; un evento di immane importanza nel percorso curriculare di un uomo politico, ma che lui sta vivendo con grande serenità.

Dottor Mastrangeli, che effetto le fa sentirsi chiamare sindaco dalla gente e che sapore ha la vittoria il giorno dopo?
«Mi fa certamente piacere, ma sotto il profilo personale, nella mia vita non cambia alcunché. Vivo questo momento con grande umiltà e mi sento onorato di avere ricevuto questa investitura da parte dei cittadini. Un onore che comporta inevitabilmente, per il mio modo di vedere la vita, una grande responsabilità, perché la fiducia, che i frusinati hanno deciso di riporre in me, va ripagata con i fatti e con l'impegno quotidiano e costante. Il giorno dopo, il successo non ha alcuna colorazione o sapore particolare. Non mi trastullo in festeggiamenti, perchè c'è già bisogno di pensare a tutto ciò che si deve fare e la città ha necessità di immediata operatività. Ci sono adempimenti da portare a termine e scadenze da rispettare».

Quali sono stati gli elementi determinanti per la vittoria?
«Sono stati tanti e sarebbe complicato enumerarli tutti. Tuttavia, ritengo che la compattezza della coalizione che mi ha sostenuto sia stata un fattore molto importante. Tutti hanno recitato un ruolo fondamentale: in primis il sindaco Nicola Ottaviani, che più di tutti mi è stato vicino sotto ogni punto di vista e che mai mi ha fatto mancare il suo supporto e il suo conforto personale; poi il senatore Massimo Ruspandini che con la sua intelligenza ha saputo guardare oltre le incomprensioni che, in qualche frangente ci sono state, e ha puntato all'obiettivo più grande, costruendo insieme a Fabio Tagliaferri una squadra importante; una menzione particolare va ad Antonio Scaccia che ha messo su una lista fantastica e che è stato tra i primi a credere nella mia candidatura; poi c'è stato il grande contributo di Alfredo Pallone, che mi ha dispensato consigli importanti, e che con Pasquale Cirillo e la sua lista ha dato il suo apporto necessario alla vittoria; l'esperienza di Adriano Piacentini è stata fondamentale in questa difficile campagna elettorale e, infine, voglio dare il giusto riconoscimento ai ragazzi della mia lista, i più alla prima esperienza politica, che hanno dato una spinta enorme alla mia candidatura con il loro travolgente entusiasmo».

I cittadini con il loro voto hanno espresso in maniera inequivocabile la loro fiducia nei confronti dell'uomo e del politico Riccardo Mastrangeli. Ha giocato un ruolo importante anche l'idea di amministrazione portata avanti nelle due consiliature di Ottaviani?
«C'è stata una miscela vincente di fattori. Nei dieci anni di Nicola Ottaviani è stato costruito un modello di amministrazione improntato al senso civico, all'altruismo, all'amore per i luoghi che viviamo ogni giorno. È stata costruita una nuova cultura dell'amministrazione della cosa pubblica impreziosita, nonostante l'enorme fardello di un piano di rientro che ha limitato i nostri margini di azione, dalla realizzazione di tante opere pubbliche attese da decenni e strategiche che i cittadini hanno dimostrato, col voto di domenica scorsa, di avere molto apprezzato. Ritengo, poi, che la gente abbia valutato molto positivamente il mio messaggio, la mia persona, il mio modo di condurre la campagna elettorale se è vero, come è vero, che, come candidato a sindaco, ho conseguito il 2% in più di voti delle liste. Un risultato che mi onora e che mi dà, allo stesso tempo, una responsabilità in più».
Qual è il ricordo più bello che porterà con sé di questa campagna elettorale? E quale quello più brutto?
«Il ricordo più bello è senz'altro il successo alle primarie, perché in quel momento ho avuto la percezione netta della fiducia che c'era intorno a me, una legittimazione che mi ha dato la spinta decisiva. Gli attacchi personali ricevuti, invece, sono stati la cosa che mi ha fatto più male, perché chi li ha proferiti con tanta leggerezza non si è reso conto che andavano a invadere una sfera, quella familiare, che nulla aveva a che vedere con la campagna elettorale. Io la famiglia la rispetto e mai mi sono permesso di dire cose fuori dalle righe. Di scendere sul personale. E penso che questo mio atteggiamento, questa mia correttezza siano stati apprezzati dai frusinati».

Adesso inizia una road map molto intensa. Partiamo dalla giunta. Che tempi prevede per la formazione?
«Prima c'è da pensare ad alcuni adempimenti di legge necessari. Poi inizieremo, tutti insieme, a lavorare all'esecutivo comunale, che sarà una squadra di altissimo profilo, di qualità, con personalità preparate per portare avanti un'azione amministrativa molto incisiva».

A proposito di azione amministrativa, quali sono gli obiettivi per i primi cento giorni?
«Innanzitutto, bisogna dire che in questi cento giorni sono compresi i mesi di luglio e agosto nei quali, notoriamente, l'attività si rallenta in tutti gli ambiti lavorativi. Detto questo, ci concentreremo comunque sul decoro urbano e sulla seconda tranche del Pnrr per stare nei tempi imposti dell'Unione europea dal quale cercheremo di intercettare i fondi, ad esempio, per la transizione ecologica e per il welfare».

Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha un suo sogno nel cassetto per la città di Frosinone, un'opera pubblica da realizzare in particolare?
«Il mio unico obiettivo, nella consiliatura che sta iniziando, sarà quello di portare a termine le grandi opere pubbliche iniziate e appaltate nel corso della passata amministrazione. Penso alla rigenerazione urbana del quartiere Scalo, alla riqualificazione dei Piloni e di largo Turriziani, al completamento del parco Matusa, al rifacimento del teatro Nestor, alla metropolitana di superficie, al nodo di interscambio di piazza Salvo D'Acquisto, alla nuova scuola di Madonna della Neve e a molto altro. Poi, finalmente, con l'uscita dal piano di rientro, potremo tornare ad occuparci in maniera sistematica della manutenzione, del decoro urbano grazie alla rinnovata disponibilità di risorse. Per quei pochi che non lo ricordassero, per dieci anni abbiamo dovuto togliere dai nostri bilanci 5 milioni di euro che servivano per rientrare dai debiti. Oggi, quelle risorse, tornate disponibili, potranno essere reinvestite sulla città grazie al risanamento dei conti da noi operato. Infine, potremo tornare a investire sul personale comunale con il reclutamento di risorse giovani e al passo con le competenze digitali che la nostra epoca richiede».

A breve si voterà per il rinnovo del presidente della Provincia. Riccardo Mastrangeli, neosindaco di Frosinone, ci fa un pensiero oppure no?
«È un'ipotesi che non ho preso in considerazione. Il mio pensiero è unicamente rivolto a fare il sindaco di questa splendida città e per ora non mi pongo altri obiettivi».

Analizzando il voto, risulta evidente come il centrodestra intercetti il consenso in maniera omogenea sulla città e in ogni fascia di popolazione.
«Il nostro è il voto della gente comune, di quella gente che ha visto in me una persona alla mano, sempre pronta ad ascoltare e a dare risposte, una persona di servizio se mi passate l'espressione. E questa vicinanza è stata percepita e apprezzata dai cittadini».

In ultimo, un messaggio alla città.
«Il mio è un messaggio di serenità. Abbiamo vissuto una campagna elettorale impegnativa, a volte con toni molto sopra le righe, ma ci tengo a dire che sarò il sindaco di tutti, un sindaco che farà dell'equilibrio e della diligenza del buon padre di famiglia il proprio marchio di fabbrica. L'interesse unico della mia amministrazione sarà quello di fare il bene della città e di tutti i cittadini, indistintamente».

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