Spazio satira
Il punto
14.05.2021 - 13:30
Ha voluto ribadire che Claudio Durigon e Francesco Zicchieri sono i suoi punti di riferimento nella Lega. Non soltanto nel Basso Lazio ma nell'intera regione.
Matteo Salvini, Capitano della Lega, ha partecipato all'ultima riunione del coordinamento regionale del partito.
Non è la prima volta, ma in questo particolare momento la sola presenza assume un significato particolare. Perché c'è una stagione elettorale importante sul piano amministrativo e politico. Nel Lazio si vota in 101 Comuni: 24 in provincia di Frosinone, 11 in quella di Latina (tra i quali il capoluogo, ma anche Formia, Cisterna e Minturno), 8 in provincia di Rieti, 20 in quella di Viterbo. E 38 in provincia di Roma, tra i quali la Capitale.
Dicevamo 101 Comuni al voto su 378, il 26,7%. Quelli con oltre 15.000 abitanti sono 11. E 2 capoluoghi di provincia. Insomma, una tornata importante. Matteo Salvini ha voluto far capire a tutti che il Carroccio deve marciare unito. E se Durigon e Zicchieri sono punti di riferimento imprescindibili, l'altra faccia della medaglia è che entrambi hanno una responsabilità evidente: non dare adito a voci su presunte spaccature.
In realtà le voci erano circolate in modo forte, anche e soprattutto in provincia di Frosinone. Claudio Durigon, sottosegretario di Stato al Mef e coordinatore regionale del partito, ha ribadito che sono indiscrezioni prive di ogni fondamento. Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Zicchieri, responsabile federale della gestione e ampliamento delle sedi territoriali della Lega nel centrosud. Il quale nota: «Circolano voci prive di qualunque tipo di credibilità. Con Claudio Durigon siamo sempre andati d'accordo e continueremo a farlo».
Però la sola presenza di Matteo Salvini è servita a far capire che in ogni caso non sono ammesse spaccature.
Non in questo momento. Visto che la Lega si sta giocando diverse partite: quella all'interno del Governo Draghi e quella di posizionamento nel centrodestra.
I sondaggi continuano a segnalare l'avanzata di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia. Ma il Carroccio non intende cedere la leadership della coalizione. Chiaro che le comunali saranno decisive. Soprattutto a Roma. Ma anche a Latina.
C'è pure da segnalare l'intervento del presidente del consiglio Mario Draghi su quello che è stato definito il "caso Durigon", innescato dalla frase "fuori onda" registrata e poi trasmessa da Fanpage. Mario Draghi ha detto: «La Procura di Milano il 29 aprile ha confermato piena fiducia ai militari della Guardia di Finanza, evidenziandone la professionalità, il rigore e la tempestività negli accertamenti loro delegati. Inoltre i reparti della Guardia di Finanza che hanno svolto le attività investigative in questione sono comandati da ufficiali con il grado di colonnello, nessun ufficiale generale ha svolto ruoli direttivi nelle investigazioni oggetto dell'interrogazione».
Aggiungendo: «Peraltro si evidenzia che tali ufficiali non rivestono qualifiche di Polizia giudiziaria, pertanto non possono ricoprire un ruolo di diretto intervento nell'ambito delle indagini eseguite di iniziativa o su delega dell'autorità giudiziaria».
Sul piano politico la frase pronunciata da Claudio Durigon aveva provocato un vespaio di polemiche.
Anche e soprattutto all'interno della variegata maggioranza che sostiene il governo del premier Mario Draghi. Con il Movimento Cinque Stelle che ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario al Mef, peraltro coordinatore regionale della Lega. La reazione del Carroccio era stata subito forte. Matteo Salvini aveva immediatamente blindato la posizione di Claudio Durigon. Adesso Salvini ha voluto far capire che sul territorio non ci sono alternative all'unità. E questa responsabilità nel Lazio è di Claudio Durigon e Francesco Zicchieri.
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