Spazio satira
Frosinone
18.02.2025 - 18:00
La sala teatro dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone ha ospitato l’ultimo appuntamento della rassegna “Il teatro e le voci”, giunta alla diciassettesima edizione, coordinata e promossa dalla “Compagnia Teatro dell’Appeso”. Ospite graditissima l’attrice frusinate Gioia Spaziani, che dinanzi a studenti, docenti e spettatori esterni ha dialogato con il professor Amedeo Di Sora e con Gerry Guida, critico e storico del cinema. Padroni di casa la direttrice dell’Accademia, Di Marco, ed il professor Trimani.
Prologo suggestivo, la proiezione di un cortometraggio di qualche anno fa, con protagonisti proprio Amedeo Di Sora e Gioia Spaziani, cavaliere e creatura soave in un racconto intriso di tepori, sogni soffusi e immagini d’indubbio impatto.
Poi, introdotta dal professor Di Sora, ecco l’attesa ospite, che con eloquio brillante e un pizzico d’ironia si è raccontata alla platea. Attrice non per caso, va detto, giacché la passione verso l’arte e la recitazione in specie è divampata impetuosa in Gioia già negli anni dell’adolescenza.
«Non ricordo se fui io a invogliare mio padre, o lui ad aver visto e riconosciuto in me un anelito specifico, quando cominciai la mia vicenda di attrice teatrale». In sala c’era anche Luciano D’Arpino, che da regista de “I commedianti” fu il primo maestro dell’aspirante attrice. «Ero un po’ la baby della compagnia e successivamente maturai ulteriori esperienze con altre compagnie, con Marco Angelilli, prima di provare a entrare nell’Accademia di Arte Drammatica “D’Amico”. Le cose non andarono come era nelle mie aspettative e ne scaturì una delusione comunque utile a formarmi caratterialmente. Al “Centro Sperimentale di Cinematografia” le cose andarono invece per il meglio. Fui addirittura la prima, con un’interpretazione dialettale che impressionò Goliarda Sapienza».
Studio meticoloso, passione e la crescente scoperta di una dimensione di attrice che impressiona registi e la pone al centro dell’universo cinematografico. Tanti film, serie tv, fiction, e Gioia Spaziani diventa una delle beniamine del grande pubblico, conservando però l’umiltà, la curiosità e l’approccio un po’ giocoso. «Ci pagano per giocare, perché la recitazione in qualche modo resta un gioco. Io non ho mai inseguito il successo e la celebrità, ma ho semplicemente appagato l’amore per la mia professione». Quali siano le gioie di una professione che nell’immaginario collettivo è senza dubbio privilegiata Gioia lo spiega con incisività. «Quella dell’attore è sempre e comunque un’entità un po’ strana. Qualsiasi vita legata all’arte si scolla un po’ dalla realtà, però poi ti aiuta a penetrarla nella sua essenza. La passione ti consente di fare un viaggio nell’umanità e accresce la curiosità verso la vita».
Qualcuno gli domanda quale ruolo le piacerebbe interpretare, magari tornando al teatro. Lei risponderebbe “tutti”, perché è un’attrice brava e versatile, come ha dimostrato interpretando i ruoli più svariati. Cita però Giulietta, che sarebbe un ritorno alle origini, e poi Filumena Marturano. Ha interpretato ruoli in film e fiction tratti da lavori letterari e allora la curiosità è stabilire se nel caso di distonia tra il personaggio immaginato dal libro e quello voluto dal regista ci sia una “possibilità di movimento”.
«Comanda il regista, è una monarchia assoluta (suggerimento di Amedeo Di Sora). Però a volte in verità uno spazio libero può esserci, sempre nei limiti...».
Sulle differenze tra tv e cinema è prodiga di particolari, ma per il pubblico rileva come i tempi televisivi siano più ristretti mentre nel cinema a volte ci sia una lunga ed estenuante attesa del momento, tra rumori di scena, confusione e altri piccoli grandi prodigi di una quotidianità speciale. Perché gli attori di teatro spesso si rivelano buoni attori di cinema mentre il contrario difficilmente si verifica? «Questione di studio e di preparazione. Poi c’è anche l’elemento della resistenza. In teatro bisogna reggere fisicamente per un’ora e mezza la scena, senza pause». Parla amabilmente, parla e racconta una vita di sogni realizzati. «Ma abbiate sempre il coraggio di sognare», raccomanda alla giovane platea.
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