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Frosinone

Pd, Angelo Pizzutelli sbatte la porta: «Mi dimetto da capogruppo»

Dice: «Stanco di attendere segnali e risposte che non arrivano»

«Mi dimetto immediatamente da capogruppo del Pd al Comune di Frosinone». Il terremoto politico (l’ennesimo) all’interno del Partito Democratico stavolta riguarda il capoluogo. Ad annunciare le dimissioni da capogruppo è Angelo Pizzutelli, che alle elezioni del giugno 2022 ha messo in fila 787 preferenze. Il secondo in assoluto, dopo Francesca Chiappini (Lista per Frosinone), arrivata a quota 987. Nel 2012 e nel 2017 Angelo Pizzutelli è stato il primo degli eletti. Traguardi ottenuti stando all’opposizione. Non si tratta però di un fulmine a ciel sereno, considerando che il malumore va avanti da molti mesi.

La presa di posizione
Dice Angelo Pizzutelli: «Sono stanco di leggere di dibattiti, di incontri, di prese di posizione nel partito che nulla hanno a che fare con una vera strategia politica. E che ancora meno hanno a che fare con la situazione del Comune di Frosinone, dove ormai da anni chiediamo una maggiore attenzione e centralità per il gruppo. Quindi per i consiglieri e per tutti quelli che hanno ottenuto voti. Registro ancora una volta che si prendono in considerazione altre realtà all’interno del Partito Democratico, ma non quella di Frosinone. Sono anche stanco di dover ripetere sempre le stesse cose. Ci sono degli episodi e dei segnali che dicono più di qualunque dichiarazione». Ma cosa ha fatto scattare “l’ira funesta” di Angelo Pizzutelli? Difficile dirlo, probabilmente non c’è un solo motivo. Forse la possibile composizione della segreteria del circolo cittadino, sicuramente il mancato coinvolgimento di Frosinone nelle dinamiche politiche dei Democrat. Più volte in questi anni i consiglieri Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi hanno chiesto maggiore attenzione verso il capoluogo, anche sul versante delle candidature eleggibili alla Camera, al Senato e alla Regione. Risposte non sono arrivate. Poi ci sono le tante “rinunce” effettuate da Angelo Pizzutelli sul versante della candidatura a sindaco. Per esempio nel 2017, quando si era detto di svolgere le primarie. Ma soprattutto nel 2022, quando Francesco De Angelis gli chiese un passo indietro a favore di Mauro Vicano. Poi però il Pd cambiò in corsa il candidato sindaco, virando su Domenico Marzi. Inoltre non è un mistero che Pizzutelli avrebbe gradito di essere tenuto in considerazione per le provinciali. Ma ancora una volta le strategie sono state altre. Afferma Angelo Pizzutelli: «Ho sempre messo a disposizione del partito preferenze, impegno e passione politica. Le risposte non sono arrivate. Fra l’altro come gruppo avevamo chiesto uno scatto considerando che parliamo del Comune capoluogo, dove il centrosinistra ha perso le ultime tre elezioni».

Naturalmente la presa di posizione di Angelo Pizzutelli ha fatto molto rumore. Sia nel Pd che nel quadro politico comunale. Qualcuno ipotizza che possa essere l’inizio di una manovra di “sganciamento” per una possibile adesione ad un “patto di fine consiliatura” nell’ambito di una convergenza con il sindaco Riccardo Mastrangeli. Rileva Angelo Pizzutelli: «Dicano quello che vogliono. Il punto è che per come stanno le cose, l’opposizione posso farla per conto mio, magari alla guida dell’associazione che presiedo. Ad ogni modo sia chiaro che da questo momento mi ritengo libero di valutare qualunque tipo di situazione in modo autonomo, sia con riferimento al partito sia relativamente al Comune di Frosinone». Lo strappo è sicuramente di quelli che lasciano il segno. Comunque Angelo Pizzutelli si dimette da capogruppo. Quindi, almeno per adesso, non dal gruppo o dal partito. Il pressing è iniziato, però il percorso appare irreversibile.

Il dibattito
Restando al Comune di Frosinone, il tema principale resta quello del bilancio, che arriverà all’attenzione dell’aula di Palazzo Munari a fine febbraio. Nelle ultime ore sono due le indiscrezioni filtrate. La prima fa riferimento a nuovi contatti tra Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi, per cercare di arrivare ad una sorta di intesa dal profilo amministrativo. La seconda attiene a possibili confronti tra esponenti delle opposizioni e “dissidenti”. Resta da capire quello che succederà in aula, soprattutto in prima convocazione, quando serviranno almeno 17 presenti su 33. E la coalizione che sostiene Mastrangeli in questo momento si ferma a 16. Vuol dire, per esempio, che se in prima convocazione i “dissidenti” (8), gli esponenti dell’opposizione (8) e il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri decidessero di non presentarsi, la seduta non si aprirebbe. E un bilancio approvato in seconda convocazione sarebbe comunque un segnale di debolezza politica. Indubbiamente sarà importante capire le scelte del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani), in posizione critica verso l’Amministrazione Mastrangeli. Massimiliano Tagliaferri ha chiesto da tempo l’azzeramento della giunta e l’avvio di una verifica per cercare di recuperare il perimetro politico originario, cioè del centrodestra. Risposte non sono arrivate. Intanto ieri c’è stato un incontro tra Fabio Tagliaferri (referente di Fratelli d’Italia nel capoluogo) e Andrea Turriziani, consigliere comunale della Lista Marini, ma anche (da fine ottobre) coordinatore della “Democrazia Cristiana con Rotondi” per la provincia di Frosinone. Nomina arrivata direttamente da Gianfranco Rotondi, leader della formazione politica ma pure parlamentare di Fratelli d’Italia. Da settimane si sta lavorando all’ipotesi di un patto federativo tra il gruppo di Fratelli d’Italia (5 consiglieri) e Andrea Turriziani. Nel corso del confronto sicuramente Fabio Tagliaferri e Andrea Turriziani hanno affrontato altresì il tema di come procedere per arrivare all’approvazione del bilancio.

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