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Il punto

Casi inattesi da pronto soccorso: campanello d'allarme. E si teme l'effetto Pasquetta

La curva dei contagi resta lontana dalla soglia d'allerta, ma l'attenzione deve essere molto alta. Anche perché non si è ancora fuori dai possibili danni del "ponte" pasquale

Ancora 2 nuovi casi da Pronto Soccorso nei 9 di ieri. Ma al contrario dell'altro ieri (2 su 5), stavolta si tratta di situazioni inattese, non legate cioè a cluster oppure a contesti monitorati o attenzionati. E questo ha fatto suonare un campanello d'allarme, anche e soprattutto in considerazione del fatto che non siamo ancora fuori da quello che potrebbe essere "l'effetto Pasquetta". Il periodo di incubazione del virus è di quattordici giorni e ieri era il nono trascorso dalla festività. Questo non significa che necessariamente in quell'occasione possano esserci stati degli assembramenti. Tuttavia, una simile opzione non si può escludere. Ragione per la quale la guardia rimane altissima. In ogni caso, considerando quest'ultima settimana, si sono verificati 22 nuovi contagi in tre giorni, per una media di 7,3 ogni ventiquattro ore. Questa la sequenza: 8 casi il venti aprile, 5 di il ventuno, 9 il ventidue. Se invece il raffronto si fa sugli ultimi dieci giorni, allora bisogna aggiungere anche queste altre cifre: 2 casi il tredici, 5 il quattordici, 5 il quindici, 8 il sedici, 12 il diciassette, 9 il diciotto, 6 il diciannove aprile. Per un numero globale di 69 casi positivi. La media è di 6,9.

C'è da sottolineare, comunque, che in dieci giorni soltanto una volta si è andati in doppia cifra. Inoltre, i 9 casi di ieri sono parametrati su 300 tamponi effettuati. Vero che può succedere che una stessa persona, se trovata positiva, viene "testata" più volte, ma in ogni caso 9 nuovi contagi su 300 controlli, vuol dire... 3%.
Sempre ieri sono stati dimessi altri 15 pazienti, per un totale di 31. E bisogna considerare anche i 90 guariti. Insomma 121 persone che in provincia di Frosinone hanno sconfitto il virus. I soggetti guariti sono quelli ai quali è stato fatto un ultimo tampone con risultato negativo, dopo che erano stati trovati positivi. Mentre non necessariamente le persone dimesse sono completamente "negativizzate".

Spesso, come succede anche in provincia di Frosinone, i dimessi hanno ancora sintomi lievi. E vengono inviati in isolamento domiciliare oppure alla Casa del Maestro di Fiuggi. Tutte cifre che il manager della Asl Stefano Lorusso, ricoverato dal nove aprile presso il reparto di Malattie infettive perché positivo al Covid (è in costante miglioramento), segue con attenzione. Così come il direttore generale facente funzioni Pierpaola D'Alessandro.

Ma c'è un elemento, sottolineato dalla Regione, che ha un "peso" notevole. Il fattore "R0", il tasso di riproducibilità del virus, nel Lazio attualmente è pari a 0,58. Vuol dire che una persona positiva non riesce ad infettarne più nemmeno un'altra. Si tratta del parametro maggiormente attenzionato, perché è quello che misura l'opzione del "contagi zero". Per l'Osservatorio nazionale nel Lazio questa possibilità potrebbe verificarsi a partire dal 12 maggio.

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