Spazio satira
L'analisi
27.03.2020 - 09:00
È il silenzio ad avvertire che è arrivata. L'ora più buia nella mappa dei nuovi contagi in provincia di Frosinone. Il silenzio che segue alla fredda comunicazione del numero: 47.
Tutti in un colpo solo. In un giorno solo. Ma Stefano Lorusso, direttore generale della Asl di Frosinone, mantiene i nervi saldi. Perché quel dato va interpretato, analizzato, confrontato. Pesato, oltre che contato. Poi arriva la comunicazione ufficiale della Regione Lazio, relativamente ai nuovi contagi del Covid-19: «47 nuovi casi positivi».
Ma poi si fa riferimento ai cluster di alcune situazioni specifiche di Fiuggi, Cassino, Veroli. La parola chiave è cluster, che sostanzialmente indica due o più contagi correlati ad una stessa origine e situazione. Ad un medesimo contesto insomma. Oltre ai 40 casi dei tre cluster, in provincia di Frosinone ieri si sono registrati altri 7 nuovi contagi. Lorusso legge il risultato anche sotto un altro punto di vista: 47 meno 40. Fa 7. Appena 7. D'altronde è tutto l'andamento di questi giorni ad essere attenzionato: in Ciociaria ci sono stati 10 nuovi contagiati il sedici marzo, 9 il diciassette, 19 il diciotto, 12 il diciannove, 23 il venti, 16 il ventuno, 22 il ventidue, 14 il ventitré, 32 il ventiquattro e 26 il venticinque. Poi i 47 di ieri.
Fanno 105 negli ultimi tre giorni. Come una scossa elettrica. Nei numeri assoluti. Ma ci sono i cluster appunto. Anche 4-5 cosiddetti familiari.
Naturalmente la considerazione nulla toglie all'impatto dei numeri. I prossimi tre giorni saranno fondamentali, probabilmente decisivi. Ieri sono scadute le due settimane dall'inizio della "stretta" imposta dal Governo. Il ragionamento si basa sul periodo di incubazione del virus, che può arrivare appunto fino a quattordici giorni. Anche se la media della comparsa dei primi sintomi va dai quattro ai sette giorni. E nelle prossime trentasei ore saranno sempre i numeri a misurare gli effetti del lockdown. Potrebbero perfino crescere, considerando quelli che saranno gli esiti dei tantissimi tamponi effettuati. Inoltre in queste ore ci saranno altri controlli.
Ed è stato l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato a dettare la linea: «Oggi (ndr: ieri per chi legge) registriamo un dato di 195 casi di positività con un aumento legato essenzialmente ai cluster nelle case di riposo e istituti religiosi sui quali dobbiamo mantenere altissima l'attenzione e e un trend comunque stabile al 10%. La somma dei casi registrati oggi nelle case di riposo A questo punto la linea di confine sarà tracciata dall'opzione "picco" arriva a 67 ovvero più di un 1/3 dei casi totali giornalieri».
Verranno monitorate moltissime situazioni legate a Case di riposo e Rsa. Poi si trarranno le conclusioni. Certo è che non si può abbassare la guardia. Fino agli ultimi tre giorni la curva dei contagi era stata in costante crescita, ma con cifre accettabili. E soprattutto l'aumento dei numeri assoluti era avvenuto in maniera asimmetrica. Vale a dire che rispetto al giorno precedente, la crescita era stata a volte più alta e a volte più bassa. Poi è cambiato tutto: 32, 26, 47. Insomma, 105 in tre giorni. E adesso si guarda in un'altra prospettiva all'ipotesi del cosiddetto "picco". Dipenderà dai nuovi casi di contagio che saranno registrati oggi, sabato e domenica. Ma certamente l'incidenza dei cluster dovrà essere tenuta in considerazione.
Poi bisognerà valutare pure altri fattori: i link, le opzioni successive per quel che riguarda i pazienti (quanti avranno bisogno, per esempio, del ricovero ospedaliero). In questo schema il fortino anti Covid-19 è rappresentato dall'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone. Che ha già cambiato pelle: è un "hub" di riferimento ormai. Ma anche in questo caso saranno fondamentali i numeri: dei posti letto. È in corso il cosiddetto processo modulare: vuol dire che interi reparti della struttura vengono "smontati" e trasferiti al San Benedetto di Alatri.
Per ricavare più posti possibile per i pazienti affetti da Coronavirus. Ma naturalmente esistono dei limiti. Non soltanto di postazioni, ma pure di tempo. L'enorme lavoro organizzativo, logistico e operativo di questi giorni è nato con l'obiettivo di anticipare il virus. Ma se i grandi numeri aumenteranno la prospettiva cambierà. Non ci saranno alternative a rincorrere il Covid-19.
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