Spazio satira
L'intervista
04.03.2020 - 10:15
Giovanni Turriziani
«Lo scenario economico era già preoccupante prima dell'esplosione dell'epidemia da Coronavirus». Giovanni Turriziani, presidente di Unindustria Frosinone, mantiene i nervi saldi.
E analizza la situazione nel suo complesso. Dice: «Non è una questione panico o di sottovalutazione del problema. Il punto è che le analisi economiche vanno fatte sui numerie sulle previsioni. Ma sempre partendo dai dati di fatto».
Quali sono i rischi dell'epide mia da Coronavirus sull'economia provinciale? Considerando anche la psicosi che si sta generando.
«Bisogna essere intellettualmente onesti. Dal punto di vista sanitario i problemi maggiori ci sono se il quadro clinico del paziente è già grave e compromesso. Sul piano economico è la stessa cosa. Però lei ha ragione quando fa riferimento alla psicosi e al panico. Francamente mi sembra che ci sia una forte esagerazione. Prefettura e Asl stanno agendo al meglio, fidiamoci delle istituzioni».
Le dinamiche dell'economia provinciale erano già prima stagnanti però.
«Sì, ma è anche vero che la situazione finora è sotto controllo.
Viene gestita insomma».
Quali sono i settori che a suo giudizio rischiano maggiormente?
«Quelli del turismo e del trasporto pubblico locale. In tutta Italia si stanno annullando eventi e cancellando prenotazioni. Alla fine tutto questo avrà inevitabilmente degli effetti, anche nella nostra provincia. Perciò è importante combattere il panico, spiegare esattamente quello che sta succedendo e fidarsi delle istituzioni preposte».
Scusi presidente Turriziani, ma siamo in presenza di due Regioni, la Lombardia e il Veneto, che rappresentano la locomotiva italiana. Cosa succede se questa situazione dura un altro mese? Anche sul piano degli effetti sull'economia provinciale.
«Il rischio reale è proprio questo. Perché appunto la Lombardia e il Veneto sono un traino insostituibile».
Uno studio dell'agenzia di rating di Cerved, pubblicato ieri da Il Sole 24 Ore, dice che per un'impresa su dieci c'è il rischio default. Lei che dice?
«È un rischio reale. Ma bisognerà fare di tutto per evitarlo. Sicuramente le imprese hanno bisogno di sostegno economico da parte del Governo. Servono spinte ed iniziative coraggiose.
Ci aspettiamo investimenti e risorse per le infrastrutture».
Preoccupato per i possibili riflessi negativi sul settore dell'auto?
«Guardi, sul settore dell'auto sono più preoccupato per i riflessi indiretti. E cioè per il fatto che i cittadini sono confusi. Per esempio dai provvedimenti sullo smog. La gente si trova nella condizione di non sapere quale motorizzazione acquistare. Se cioè la benzina o il diesel.
Ci sono state campagne di demonizzazione, per esempio nei confronti delle Euro 6, che hanno prodotto più danni del Coronavirus. Questo clima di incertezza ha pesato molto. Quello che bisogna combattere è la cattiva informazione. Rendiamo note le fonti delle polveri sottili».
Quale la reazione giusta davanti a questa emergenza?
«Un'assunzione di responsabilità senza cedere al panico. L'Italia deve riprendere la vita normale. Per il resto il mondo delle imprese si aspetta provvedimenti di sostegno, come detto prima. Occorrono politiche di alleggerimento del carico fiscale e contributivo. Così come il potenziamento del fondo di garanzia sarebbe una misura importante. Certamente occorrono decisioni coraggiose. Il Paese ha bisogno di rilancio».
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